775 milioni di tonnellate: è questo il valore a cui è sceso il raccolto mondiale di grano, a causa del combinato disposto della crisi energetica e della crisi ucraina, che ha stravolto le catene di fornitura globali e ha fatto ricomparire lo spettro del protezionismo un po’ ovunque, dall’Argentina all’India, l’ultima in ordine di tempo ad aver introdotto misure protezionistiche sull’export del cereale per evitare speculazioni e peggioramenti della crisi alimentare. L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti, che ha ripreso dall’Onu e dal premier italiano Mario Draghi in merito alla sicurezza alimentare globale.

Il risultato è la diminuzione delle scorte globali di grano che dovrebbero ammontare a 267 milioni di tonnellate, in calo per il secondo anno consecutivo e al livello più basso degli ultimi sei anni. A mettere a rischio i raccolti mondiali è anche la decisione di Russia e Bielorussia di bloccare le esportazioni fino al 31 agosto dei fertilizzanti necessari in agricoltura per garantire la crescita delle colture.

Grano, diminuiscono le scorti globali. Ed è allarme per i fertilizzanti

La Federazione Russa produce 50 milioni di tonnellate di fertilizzanti, circa il 15% dell’intera produzione mondiale, con l’Unione Europea che è tra i principali acquirenti e, in particolare, insieme alla Bielorussia rappresenta il 40% delle esportazioni mondiali di potassio, uno dei nutrienti essenziali. Il deficit di fertilizzanti sul mercato mondiale ma anche il loro minore utilizzo per gli elevati prezzi raggiunti taglia le rese produttive delle coltivazioni in tutto il pianeta, secondo la Coldiretti, aggravando una situazione già difficile per i cambiamenti climatici.

I raccolti di grano sono infatti in calo nei diversi continenti dall’Australia al Marocco, dove si stima la minore produzione dal 2007/08 a causa della siccità, fino in India con il governo di Delhi che ha bloccato le esportazioni per garantire adeguate forniture alla popolazione ma in difficoltà ci sono anche alcune aree degli Stati Uniti e della Cina il secondo produttore mondiale. Anche in Europa il grande caldo sta colpendo Germania, Francia, Spagna e Italia con i raccolti sono stimati in lieve calo, secondo le previsioni del Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda). Ma agli effetti del clima si aggiungono quelli diretti della guerra in Ucraina dove la produzione è stimata in calo di 1/3 rispetto all’anno precedente per la riduzione delle superfici seminate a causa dell’invasione da parte di Putin.

Il blocco delle esportazioni potrebbe avere conseguenze disastrose su alcuni paesi

Russia e Ucraina rappresentano insieme circa il 28% delle forniture mondiali di grano che sono in parte bloccati per la chiusura dei porti sul mar nero che impediscono le esportazioni con un impatto drammatico su 36 Paesi che dipendono da Mosca e Kiev per oltre la metà delle importazioni di grano, come Libano, Siria, Yemen, Somalia and Repubblica democratica del Congo, secondo la Fao.

Le difficoltà nella produzione e nel commercio stanno alimentando l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.

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