Riparatore di macchine agricole dal 1937 a Lignieres nel Cher, Maurice Duprat decise, nell’immediato dopoguerra, di estendere le sue attività alla trasformazione di trattori alimentati a benzina e petrolio in versioni diesel. Quelle trasformazioni incontrarono successo e spinsero Maurice a costruire in proprio un trattore, fondando un suo marchio, Agrip. Come indicavano i primi volantini pubblicitari della nuova Società nata nel 1950, “Agrip è quello che si aggrappa meglio”.

ARD 60 seconda serie perfettamente restaurato, questi mezzi possono tranquillamente lavorare ancora oggi.

Agrip, le salite non lo impensieriscono

Inizialmente erano disponibili solo due modelli dotati di motori da 15 e 25 cavalli. La particolarità di quei trattori risiedeva nelle loro quattro ruote motrici, direttrici e isodiametriche. Concepiti per vari utilizzi, i più grandi clienti si rivelarono comunque i forestali che, sin dall’inizio della produzione, fecero gli ordini più importanti. Veniva apprezzata la robustezza e le qualità di trazione di quei mezzi, così come la loro semplicità, la leggerezza e la grande manovrabilità.

L’argano posteriore, il telaio, e l’illuminazione erano tutti di serie ma i primi modelli erano comunque limitati nella potenza, soprattutto quando si trattava di trainare grossi tronchi. Per soddisfare la clientela, Maurice Duprat creò due nuovi modelli più potenti dotati di sospensioni per aderire meglio alle imperfezioni del terreno, mantenendo il massimo della trazione. I modelli da 30 e 40 cavalli in aggiunta a un 20 venti cavalli, vennero lanciati nel 1955. Nel frattempo la Agrip si rivolgeva sempre più ai forestali e agli utilizzi industriali. Proponendo i suoi trattori anche alle società di lavori pubblici o a delle imprese statali.

Il primo Agrip ARD 60 con cofano arrotondato e una rudimentale cabina. Pesava quasi quattro tonnellate con un passo di due metri e mezzo

Quei trattori erano per esempio trasformati in porta-pali, in spazzaneve e in traina-vagoni. Il mercato agricolo, in precedenza considerato importante, venne progressivamente abbandonato ma il grande successo arrivò nel 1960 con l’ARD 60, dotato di un motore policarburante Berliet Magic M 410, erogante 75 cavalli. Gli ordini arrivavano incessanti, la fabbrica di Lignieres si ingrandì, il personale si moltiplicò e la produzione passò ad un trattore al giorno, exploit non trascurabile all’epoca, considerata la tipologia dei mezzi.

Agli ordini civili si aggiunsero anche quelli militari, con l’ARD 60 destinato in particolare al genio dell’aeronautica. Agrip  esportò i suoi trattori anche in molti Paesi Africani, in alcune colonie francesi, e in Europa in generale. All’inizio degli anni Settanta si aggiunsero modelli sviluppanti prima 85 e poi 90 cavalli. L’ARD 60 da 90 cavalli fu l’ultima versione costruita del celebre trattore, sostituito alla fine del decennio dal modello ARD 120 (120 cavalli). L’Agrip è attiva ancora oggi ei settori forestali, industriali e militari.

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