Bioenergie

L’associazione Bioenergy Europe ha recentemente pubblicato il report Bioenergy Landascape sullo stato dell’arte delle bioenergie in Europa. In termini di produzione di energia primaria in Europa la prima fonte è ancora oggi il nucleare: 211 milioni di Toe, ovvero tonnellate petrolio equivalenti, quasi il doppio del carbone e il doppio del gas.

Tra le rinnovabili, nonostante l’enfasi su eolico e solare, dominano invece le bioenergie con 137 milioni di Toe. Ovviamente, se si passa dalla produzione ai consumi i rapporti di forza cambiano notevolmente ed emerge l’impennata dei prodotti fossili di importazione. Dalla lettura del report spicca poi un dato davvero allarmante che ci riguarda direttamente.

Bioenergie, l’Italia è il secondo maggiore importatore in Europa

Se l’Europa intera nel suo complesso importa dall’estero 6.649 migliaia di Toe da biomasse, la sola Italia arriva a quota 2.313, coprendo quindi ben il 35 per cento della domanda totale. Peggio di noi fa solo la UK (39 per cento). La Germania si ferma a un risibile 1 per cento, la Francia sfiora l’11 per cento. Mentre un lungo elenco di Paesi virtuosi risultano come esportatori netti, senza bisogno di disturbare le nazioni scandinave: Estonia, Spagna, Lituania, Olanda, Portogallo e altri ancora.

Per quanto riguarda la produzione nostrana, le biomasse solide sono ancora la tipologia prevalente (11.446mila Toe, il 68 percento del totale) come per altro succede nel resto d’Europa. Il biogas si fa spazio e raggiunge quota 1.898 mila Toe (il 16,6 per cento, quattro punti percentuali in più della media europea). A seguire, i biocombustibili liquidi e la frazione rinnovabile dei rifiuti urbani, ciascuno attorno alle 850 mila Toe.

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