Biometano, accordo di filiera tra settore agricolo e industriale

Lo scorso giovedì 18 aprile a Roma, CIB, Confagricoltura, Eni, FPT Industrial, Iveco, New Holland Agriculture e Snam hanno siglato l’Accordo di cooperazione per sostenere l’attuazione degli obiettivi del decreto sul biometano, che rappresenta una grande opportunità di crescita per il Paese trattandosi di una energia rinnovabile, pulita, programmabile e flessibile.

L’intesa è stata siglata da Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, Piero Gattoni, Presidente del CIB, Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, Carlo Lambro, Brand President di New Holland Agriculture e Amministratore Delegato CNH Industrial Italia, Giacomo Rispoli, Direttore Portfolio Management&Supply and Licensing di Eni, Annalisa Stupenengo, Amministratore Delegato FPT Industrial e Membro del Global Executive Committee di CNH Industrial, e Michele Ziosi, Direttore Relazioni Istituzionali CNH Industrial.

Biometano, il ‘bio’ può fare davvero la differenza

Si tratta di un accordo di filiera del settore agricolo e industriale, a poco più di un anno dall’emanazione del decreto 2 marzo 2018 sulla promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, che si inserisce non solo nel raggiungimento del target sulle energie rinnovabili nei trasporti al 2020, ma si proietta già nel percorso di decarbonizzazione previsto dalla strategia Clima Energia. Quest’ultima, in particolare, fissa nuove sfide per la mobilità sostenibile prevedendo di raggiungere una quota rinnovabile del 21,6 per cento al 2030, contribuendo contemporaneamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e al contrasto ai cambiamenti climatici.

In tale contesto il biometano, con una produzione oggi stimabile al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, riveste un ruolo fondamentale per raggiungere il previsto obiettivo dell’8 per cento per i biocarburanti avanzati, sostenendo anche il sistema gas, che giocherà un ruolo indispensabile nella transizione del sistema energetico nazionale. Tutto ciò in armonia con i nuovi indirizzi UE per un’economia sempre più circolare attraverso l’utilizzo di effluenti zootecnici, residui, sottoprodotti delle attività agricole e agroalimentari e di colture di integrazione che deve essere promosso, sia nella produzione di biometano, sia nel successivo utilizzo del digestato nella fertilizzazione dei suoli, in modo da valorizzare le risorse organiche, avere imprese sempre più competitive e creare nuovi posti di lavoro nelle zone rurali.

Biometano, accordo di filiera tra settore agricolo e industriale

Non è un caso che la filiera del biogas-biometano risulti uno dei settori a maggiore intensità occupazionale nel contesto delle energie rinnovabili e che abbia già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti nel nostro Paese. Con tale accordo si avvia una importante collaborazione nell’ambito della mobilità sostenibile, con nuove iniziative e progettualità sul biometano rivolte alle imprese della filiera, alla Pubblica Amministrazione, all’informazione dei cittadini, alla ricerca e sviluppo. 

L’obiettivo è quello di mettere in campo tutte le possibili sinergie nell’ambito della mobilità sostenibile, promuovendo in particolare l’uso di biometano avanzato prodotto da matrici agricole, zootecniche, agroindustriali, rafforzando ulteriormente sia la filiera tecnologica ed industriale, già presente nel settore della mobilità a gas, sia quella agro-energetica, che nel biogas è una delle più importanti in Europa e nel mondo.

Biometano, occorre creare un’opportuna cabina di regia

L’Italia vanta una filiera industriale del gas naturale nel settore trasporti che rappresenta un’eccellenza sia dal punto di vista tecnologico sia ambientale, riconosciuta a livello mondiale e che può far leva sulla rete di trasporto più estesa e capillare d’Europa, lunga oltre 32 mila chilometri. L’Italia, forte di una tecnologia consolidata e all’avanguardia nel mondo, è il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con circa 1,1 miliardi di metri cubi consumati, circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione e oltre 1.300 distributori. E molto ancora si può fare nel trasporto stradale, navale e nello stesso settore agricolo, includendo anche le macchine agricole per le quali sarà opportuno individuare strategie di sostegno.

Con la sigla dell’accordo si vuole anche mantenere alta l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica, perché occorre ancora superare una serie di ostacoli burocratici che non permettono di liberare tutte le potenzialità presenti nei territori e che rischiano di non rendere attuabile anche l’attuale decreto sul biometano, che ha sostituito il precedente provvedimento del 2013. Già oggi, ad esempio, il biometano può contare su un potenziale, valutato sulla base della produzione elettrica da biogas, di circa 2,5 miliardi di metri cubi, ma alcune interpretazioni del DM 2 marzo 2018 e delle relative procedure applicative GSE frenano la riconversione degli impianti.

Biometano, accordo di filiera tra settore agricolo e industriale

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