Semplificazione, giusto prezzo e aiuti di Stato: è intorno a questi tre temi che sono ruotate le discussioni pertinenti il settore agricolo durante i lavori dell’ultimo Consiglio Ue, svoltosi nella settimana centrale di marzo. Da una parte, quindi, sono stati molteplici i richiami durante il Consiglio Ue dei leader degli Stati membri affinché venga avviata una ricerca di soluzioni innovative in tema di semplificazione degli oneri amministrativi. Dall’altra, i riflettori sono stati puntati sulla necessità di rafforzare la posizione degli agricoltori lungo la filiera agroalimentare.

La sigla CIA-Agricoltori Italiani ha colto positivamente il mutamento di clima all’interno dei palazzi europei, dettato dalle difficoltà che il settore primario sta vivendo, a causa delle problematiche che hanno investito il settore, dai costi di produzione troppo elevati agli oneri sempre più stringenti della PAC. Ed è proprio in merito alla Politica agricola comune che è stata espressa la necessità di adattarla a un contesto in continua mutazione (come ribadito anche dalla premier Meloni), unitamente all’urgenza di alleggerire gli agricoltori da una burocrazia “divenuta, ormai, insostenibile”, come ribadito dalla sigla

CIA ha colto con gran favore anche i segnali che sono stati dati sull’alleggerimento della pressione finanziaria sul mondo rurale, grazie all’estensione del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato. Per il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, “l’Europa ha compreso quanto sia importante un settore agricolo resiliente e sostenibile per la sicurezza alimentare dell’Unione. Si acceleri, ora, sull’approvazione da parte del Parlamento”.

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