A poco più di un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, e in seguito alle continue sanzioni che hanno interessato il paese ritenuto responsabile della brutale invasione, CNH Industrial ha annunciato la sua uscita dal mercato russo. In linea con in pacchetti sanzionatori varati prima dagli Stati Uniti e poi dall’Unione Europea a partire dalle settimane successive all’invasione del 24 febbraio 2022, anche CNH Industrial aveva annunciato la sospensione delle forniture al mercato russo già a partire da marzo 2022. Scelta obbligata, considerando la condanna internazionale alla mossa scellerata del Cremlino che, però, alla chiusura del primo trimestre del 2022, aveva causato un buco di ben 71 mln di dollar nelle casse del colosso automotive, a causa delle svalutazioni di attività, crediti finanziari e attivi fiscali differiti.

La presenza industriale nel paese comprendeva siti produttivi per i macchinari agricoli e da costruzione e un magazzino ricambi. Questi siti impiegavano circa 200 dipendenti. Fino ad oggi, il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la copertura dei costi amministrativi in Russia sono stati regolarmente garantiti. Fino a marzo 2022, CNH Industrial ha gestito l’importazione e la distribuzione dei suoi prodotti in Russia, le attività e i finanziamenti commerciali locali attraverso un proprio ufficio nella regione di Mosca.

Per l’esercizio finanziario 2021, l’ultimo anno completo di attività, le operazioni in Russia hanno generato un fatturato di circa 380 milioni di dollari, pari al 2% del fatturato consolidato della Società nel 2021. La Società stima ulteriori passività al lordo delle imposte per circa 20 milioni di dollari in relazione alla dismissione delle attività.

“Desideriamo ringraziare i nostri ex dipendenti per il loro contributo in questi anni di servizio”, il laconico commento alla fine della nota con cui è stata data la notizia.

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