Una riduzione complessiva di quasi 90 miliardi di euro, con un calo rispetto ai valori previsti inizialmente di oltre il 20%. A tanto ammonterebbe il taglio al bilancio agricolo europeo se la proposta della Commissione Europea dovesse passare. Bruxelles sta infatti valutando di ridurre le risorse destinate alle politiche agricola e di coesione, quelle definite da Coldiretti come “le uniche realmente comuni e capaci di generare sviluppo equilibrato, coesione territoriale e sicurezza alimentare”.

Ad accendere i riflettori sulla questione – che potrebbe rappresentare un vero macigno anche per il comparto italiano – è stata proprio la sigla di categoria, durante l’incontro che ha avuto luogo a Palazzo Rospigliosi (sede nazionale di Coldiretti a Roma) tra la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo e il Presidente Ettore Prandini.

Con le nuove norme paventate dalla Commissione Europea, il bilancio agricolo scenderebbe dunque da 386 miliardi di euro del QFP 2021–2027 a 297,5 miliardi, con ulteriori 6,3 miliardi per la riserva di crisi, la promozione e l’assistenza tecnica. Con un’ulteriore aggravante. L’aumento della riserva di crisi, infatti, è solo apparente, poiché gran parte dei fondi è già destinata a compensare gli agricoltori penalizzati da accordi commerciali come il Mercosur, risultando quindi inutilizzabile per affrontare nuove emergenze.

Da sinistra a destra: Ettore Prandini, Roberta Metsola e Vincenzo Gesmundo

Coldiretti e i rischi della PAC

Al taglio del bilancio agricolo comunitario si affiancherebbe però la voce “Competitività e Società”, che la Commissione vorrebbe aumentare fino a 409 miliardi di euro, includendo 175 miliardi per Horizon Europe, con un massiccio trasferimento di risorse verso i settori industriale, digitale e della difesa. Un’impostazione – osserva Coldiretti – che conferma la priorità attribuita dalla Commissione ai comparti tecnologici e strategico-militari, a scapito della produzione reale, dell’agroalimentare e dei territori rurali europei.

Al centro del confronto tra Metsola, Gesmundo e Prandini i temi del dibattito europeo: i tagli proposti alla Politica Agricola Comune, gli accordi di libero scambio e le prospettive del settore agroalimentare dell’Unione. Tra l’altro, nel corso della riunione, Coldiretti ha consegnato alla Presidente Metsola un documento con le proprie proposte per la PAC post 2027 e per il futuro dell’agricoltura europea nell’ambito del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028–2034, definito dalla stessa organizzazione come un pericoloso cambio di paradigma per il futuro dell’Unione.

I commenti

“Compito di una presidente del Parlamento europeo non è sposare questa o quella causa”, ha esordito il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “È in primo luogo tutelare la sovranità, le prerogative, il ruolo della massima assise dei popoli europei. E questo ha fatto e sta facendo la presidente Metsola, contro le invasioni di campo, contro le fughe in avanti (si tratti di fondi di coesione o di riarmo), contro le pulsioni di chi mira a una rinazionalizzazione delle risorse europee”. E ha proseguito. “Lo ha fatto e lo fa con coraggio, parlando con voce ferma sia negli uffici di Bruxelles, che di fronte ai deputati eletti, che nei singoli paesi in cui è invitata. Ho usato la parola “coraggio” non a caso. Io credo che l’Europa si trovi di fronte a un pericolo mortale”.

“È un segnale sicuramente importante che la Presidente Metsola – dichiara il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – abbia scelto come suo primo appuntamento istituzionale la visita in Coldiretti. Un gesto che, da un lato, ci riempie di orgoglio e, dall’altro, ci affida una grande responsabilità: quella di condividere con le istituzioni le sfide che attendono l’agricoltura europea nei prossimi anni. La prima di queste sfide riguarda la centralità del Parlamento Europeo rispetto alle proposte della Commissione. In passato il Parlamento ha spesso avuto un ruolo secondario, raramente in grado di rappresentare un reale contrappeso politico.

“Oggi, invece, è giunto il momento di restituire piena forza a chi è stato democraticamente eletto dai cittadini, affinché possa esercitare fino in fondo la propria funzione di tutela dell’intera popolazione europea. Questo vale in modo particolare per l’agricoltura e l’agroalimentare, settori strategici che richiedono decisioni coraggiose e coerenti. A partire dalla Politica Agricola Comune, dove non è accettabile un taglio del 20% delle risorse in una fase storica in cui i principali competitor globali stanno aumentando i propri investimenti. Allo stesso modo, è necessario superare le lentezze burocratiche di una “lunga Europa” che spesso ostacola l’azione concreta: servono tempestività e pragmatismo, per dare risposte immediate e tangibili ai bisogni delle imprese agricole”.

In primo piano

BCS Fighter K90 RS, sempre più speciale

Finalista del Tractor of the year, il Bcs Fighter K 90 è il trattore cabinato più basso della categoria. Estremamente compatto, mantiene tutti i plus del brand. Ecco le caratteristiche

Articoli correlati