Alla COP28 (ovvero la Conferenza delle Parti sul clima, organizzata dalle Nazioni Unite) è stato approvato all’unanimità dalle nazioni partecipanti l’accordo per dire addio alle fonti fossili entro il 2050, e quindi di accelerare le azioni da mettere in campo nel decennio attuale, definito critico per le prospettive del cambiamento climatico dei prossimi anni. La notizia è di quelle che suscitano scalpore, soprattutto se si considerano le critiche che hanno accompagnato praticamente ogni giorno la COP28 svoltasi a Dubai, sotto la presidenza degli Emirati Arabi, dal 30 novembre al 12 dicembre.

Anche se alla Conferenza sui cambiamenti climatici non hanno partecipato nomi di peso come il presidente americano Joe Biden, quello cinese Xi Xinping, quello russo Vladimir Putin e quello iraniano Ebrahim Raisi (presenti invece 134 leader da tutto il mondo tra cui Giorgia Meloni), quello raggiunto è comunque un accordo storico che, come rimarcato anche dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, avvia “un processo di transizione verso l’abbondono dei combustili fossili che sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di gas ad effetto serra a livello globale. Un processo che è indispensabile per raggiungere senza incertezze e ritardi gli obiettivi già fissati nell’Accordo di Parigi”.

Confagricoltura, il commento sui risultati raggiunti alla COP28

“Di grande importanza, – aggiunge Giansanti – anche l’obiettivo di triplicare la produzione di energie rinnovabili entro il 2030 e la chiara indicazione di rafforzare le iniziative per lo stoccaggio al suolo del carbonio. In quest’ottica, l’agricoltura e le foreste hanno un ruolo ancora più importante da svolgere”. Come in Italia dove viene già assorbito il 10% delle emissioni annuali totali.

Dalla COP28, inoltre, è emerso con ancora maggiore forza quanto sicurezza alimentare e lotta al cambiamento climatico facciano parte della stessa partita per il raggiungimento della tanto agognata neutralità climatica. “Dai dibattiti svolti nel corso della COP 28 – afferma Giansanti – sono emerse alcune indicazioni di rilievo, per rendere i sistemi agroalimentari più produttivi e sostenibili. Si tratta di indicazioni che, a nostro avviso, torneranno utili durante la presidenza italiana del G7. Il raggiungimento dell’intesa alla COP28 è risultato difficile. Era scontato, ma la logica multilaterale è insostituibile, anche per tener conto della diversità delle situazioni economiche”.

Europa, USA, Cina e India rappresentano il 60% delle emissioni globali. Si sale al 70% con Federazione Russa e Giappone. All’interno di questi calcoli non va dimenticato che, tuttavia, l’incidenza della UE è inferiore al 10% e continua a diminuire con una velocità superiore a quella degli Stati Uniti. Dati che fanno riflettere.

In primo piano

Articoli correlati