Nella notte tra il 12 e il 13 luglio eventi climatici estremi hanno flagellato a macchia di leopardo tutto il Settentrione, riversandosi con particolare intensità soprattutto nel Nord-Est, in Friuli Venezia-Giulia. A pagarne le spese, oltre a numerosi edifici privati e strade, anche il comparto agricolo che, soprattutto nella zona di Portogruaro, ha subito ingenti danni.

La tromba d’aria che si è abbattuta sul litorale e i successivi nubifragi che si sono spinti fino alla cittadina friulana, in alcuni casi, stando alle prime stime, hanno compromesso fino all’80% della produzione agricola. Ma la conta dei danni, iniziata poco dopo le prime luci dell’alba dai tecnici della Coldiretti e di Cia Venezia, è ancora in corso e potrebbe lievitare ulteriormente.

Campi di mais e soia flagellati dalla grandine, serre ortofrutticole divelte dal vento (le più colpite, con danni a tutte le colture, dai pomodori alle zucchine), numerosi filari di vigneti abbattuti anche nella zona dei vini doc del Lison-Pramaggiore: questo il bilancio provvisorio. Dal Friuli, il nubifragio si è spinto poi fino alla zona di Stretti, frazione del comune di Eraclea, al confine con il Veneto. Effetti distruttivi anche a Concordia e Fossalta, con ripercussioni anche sulla viabilità locale a causa degli alberi caduti.

Nella zona del Sandonatese, invece, qualche danno, ma niente di paragonabile a quanto accaduto a Portogruaro. A Jesolo, nonostante le nuvole minacciose, non ha nemmeno piovuto. La speranza degli agricoltori e degli imprenditori locali, a questo punto, è di poter acceder e eventuali fondi stanziati dalla Regione e di riuscire a incassare un risarcimento dalle assicurazioni.

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