Contro ogni aspettativa, la Cina dei trattori è pronta a tornare con prepotenza nell’agone europeo del mercato delle macchine agricole. La tanto chiacchierata Lovol, dopo aver ceduto la Goldoni alla belga Keestrack nel marzo 2021 in seguito a mesi particolarmente concitati, starebbe infatti valutando di tornare nel Vecchio Continente, impegnandosi attivamente sul mercato, partendo proprio dalla ricerca dei concessionari.

Ad aiutare nell’impresa ha contribuito sicuramente anche il nuovo assetto societario: l’azienda, infatti, fa ora parte del mega gruppo statale Weichai, tra i più grandi colossi automotive al mondo, che ne ha rilevato il 60% all’inizio del 2021, cambiandone anche il nome, che ora è diventato Weichai Lovol Heavy Industry. Un mega gruppo dalla fortissima vocazione internazionale, che ha stretto numerosi accordi con partner occidentali, come dimostrato per esempio dallo sviluppo con Bosch di uno dei motori più performanti in circolazione, in grado di raggiungere il 50% di efficienza (un valore senza precedenti).

Lovol, una strategia parte di una nuova visione cinese

Le strategie che vedono il ritorno del colosso trattoristico cinese in Europa, tra l’altro, sono supportate da investimenti fiume da parte del Governo cinese che, come le recenti cronache hanno dimostrato, intende farla da padrone non più solo sul lato manifatturiero ‘quantitativo’ ma anche dal punto di visto dell’innovazione ingegneristica e digitale (‘qualitativa’).

Emblematico l’intento emerso negli ultimi Congressi Nazionali del Popolo, organizzati dal Partito Comunista Cinese, ovvero quello di raggiungere la leadership tecnologica su tutti i mercati entro il centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese da Mao Zedong, che cadrà nel 2049. Tra i campi di interesse spicca anche quello della meccanizzazione agricola, per cui le istituzioni del Dragone hanno previsto nuove misure, come l’eliminazione del tetto massimo negli investimenti in Ricerca & Sviluppo. Il che tradotto, essendo la Weichai (di cui la Lovol Heavy Industry fa parte) sostanzialmente un’azienda parastatale, significa un profluvio di quattrini senza precedenti.

Anno dopo anno, un successo dietro l’altro

Ma quello che gli strateghi di Weichai stanno pianificando per la Lovol non è affatto un salto nel buio. L’azienda con sede a Weifang (città nel sud-ovest del Paese, tra le due principali megalopoli della Cina, Pechino e Shangai) ha infatti dimostrato a più riprese di essere un attore di primo piano nel campo della meccanizzazione agricola, mettendo a segno nel 2020 un fatturato da capogiro, di ben 74,358 miliardi di RMB per un valore, al cambio attuale, di oltre 1 miliardo di euro. A livello di vendite, Lovol detiene il titolo di primo esportatore cinese di trattori da oltre 16 anni, e di 20 anni per il segmento delle mietitrebbie. Cifre che, combinate ad una rete commerciale che può contare su oltre 3000 rivenditori in grado di esportare in oltre 120 paesi (in tutti e cinque i continenti), l’hanno fatta arrivare al 74esimo posto nella lista dei brand cinesi di maggior valore.

Lovol, un’offerta stratificata

Numeri a cui si affianca un’offerta estremamente variegata, che spazia dai macchinari da costruzione (e per il movimento terra) ai piccoli veicoli da trasporto fino ad arrivare, per l’appunto, alle attrezzature agricole (rotopresse, seminatrici, sollevatori frontali ecc) e ai trattori. Divisi sostanzialmente in due macrocategorie, ovvero con motorizzazioni conformi alla normativa Stage V e non conformi, i trattori di Lovol spaziano dai 25 cavalli dell’E254 (caratterizzato da un curioso tettuccio curvo sopra la postazione di guida) ai 50 cv degli specializzati B504 (affiancati dagli E354 e dai più potenti B754), fino ad arrivare agli oltre 200 cv della gamma R2004 in livrea blu, con motorizzazione cinese (un Shangchai SC7H210.3G2, ante Stage V).

Tra le gamme spiccano anche i trattori con livrea verde acqua P5000, ribrandizzati direttamente da modelli Arbos, di cui seguono specifiche e design. Sotto al cofano, a parte il top di gamma P5140 dedicato al mercato cinese che monta un motore Stage III A WeichaiWP6 da 140 cavalli, gli altri tre modelli – P5110, P5115 e P5130 – portano in dote sistemi propulsivi Doosan Stage V. E forse, considerate le caratteristiche, potrebbero essere proprio questi ultimi tre trattori i candidati più appetibili per il ritorno in pompa magna nel mercato europeo. Modelli a cui il Lovol P2404-7V potrebbe fare da sparring partner d’eccezione: si tratta infatti dell’ex Arbos P7000, ora con una livrea totalmente rivisitata e una nuova trasmissione a variazione continua CVT, di fatto la prima di questo tipo interamente progettata in Cina. A testimonianza del fatto il Dragone, in fatto di innovazioni, inizia a fare dannatamente sul serio.

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