L’automazione è una delle nuove frontiere della meccanizzazione agricola, destinata in un futuro ormai prossimo a rivoluzionare il lavoro nei campi e a fornire almeno alcune delle risposte alle esigenze di maggiore competitività, produttività e sostenibilità delle moderne aziende. Disporre di macchine e robot agricoli che svolgono in autonomia tutta una serie di operazioni agronomiche permetterebbe non solo di contenere i costi e di sopperire alla mancanza di manodopera, ma anche di diminuire l’impiego di concimi e fitofarmaci e di migliorare la sicurezza degli agricoltori che eviterebbero così di esporsi a situazioni rischiose o a sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute.

Con l’avvento delle tecnologie digitali, la preparazione del suolo, la semina, la gestione dell’acqua e dei nutrienti, il diserbo, la raccolta e la cernita dei frutti sono tutte operazioni che possono essere automatizzato con successo e la ricerca applicata in questo campo è ormai molto avanzata. Sono circa un centinaio le aziende operanti nel settore a livello internazionale e tra prototipi e robot agricoli già funzionanti la proposta sta crescendo di anno in anno, sia per gli impieghi sulle colture erbacee che su quelle arboree e in orticoltura.

In viticoltura, caratterizzata da picchi di lavoro stagionali, zone di coltivazione collinari e spesso in forte pendenza, frequenza elevata di trattamenti fitosanitari, ma anche elevata redditività, l’impiego di robot ha prospettive particolarmente interessanti e non a caso sono già diverse le soluzioni disponibili o in via di commercializzazione.

Le ruote del Bakus

Robot agricoli, scende in campo Vitibot

Vista l’importanza del settore vitivinicolo in Francia sono proprio le aziende francesi a guidare il processo di ‘robotizzazione’ delle vigne. Nata nel 2015, Vitibot è una giovane realtà di Reims che ha sviluppato una sorta di portattrezzi universale destinato a ospitare un gran numero di strumenti elettrici e intelligenti. Bakus, questo è il suo nome, è una macchina elettrica a guida autonoma che opera a cavallo del filare con differenti utensili intercambiabili ad azionamento elettrico o passivi per effettuare il diserbo meccanico, la spollonatura, la cimatura fino all’irrorazione con sistema di recupero per evitare dispersione di prodotto in natura.

Disponibile in due versioni S e L di differenti dimensioni per adattarsi a filari di diversa altezza e distanza di impianto, pesa poco più di 2 tonnellate e si muove a velocità di 3-6 km/h grazie a un motore elettrico brushless alimentato da un pacco batterie al litio da 80 kWh, sufficiente per garantire un’autonomia compresa tra le 10 e le 12 ore, a seconda dei lavori svolti. Per orientarsi utilizza un sistema GPS con doppia antenna RTK con un margine di errore inferiore a 1 centimetro.

Un Trektor al lavoro

Sitia

Fondata nel 1986 a Nantes, Sitia è una società di ingegneria che progetta e produce macchine speciali e innovative nei settori dell’automazione, della simulazione, dell’informatica meccanica e industriale. Dotata di un proprio dipartimento di innovazione robotica, Sitia ha messo a punto il robot agricolo Trektor in grado di lavorare autonomamente non solo su vigneti a filari stretti e larghi, ma anche in orticoltura e in arboricoltura grazie alla possibilità di variare sia il suo interasse, sia la sua altezza da terra operando a cavallo della coltura.

Mosso da un motore ibrido diesel-elettrico, Trektor può essere configurato per svolgere in autonomia molte attività ripetitive, dalla coltivazione del suolo all’irrorazione, utilizzando i normali attrezzi esistenti in azienda che può trasportare grazie un attacco a tre punti standard di cat.2 e a dei punti di attacco dietro e tra le ruote. Un completo sistema di sensori permette al trektor di operare in sicurezza guidato da un sistema GPS RTK.

Ted, mentre fa manovra tra i filari

Naïo Technologies, altri robot agricoli dalla Francia

Sempre dalla Francia, questa volta dalla zona di Tolosa, arriva un altro robot scavallante. Si chiama Ted ed è prodotto dalla Naïo Technologies per il diserbo meccanico del vigneto. Dotato di quattro ruote motrici e di un sistema di propulsione full-electric, è in grado di adattarsi a differenti tipologie di impianto e di azionare una vasta gamma di utensili per la sarchiatura che è possibile installare su un portautensili centrale con sollevamento a parallelogramma.

A una velocità massima di 6 chilometri orari, Ted può lavorare fino a circa 3,5 ettari al giorno, e grazie al peso contenuto e alle 4 ruote motrici non si ferma neanche sulle pendenze più accentuate. Una volta eseguita la mappatura del vigneto, Ted stabilisce il percorso da compiere in funzione delle coordinate GPS, avvalendosi di un complesso sistema di sensori laser tipo Lidar, ultrasuoni, e fotocamere che ricostruiscono il vigneto in 3D.

Icaro X4

Free Green Nature

È invece italianissima, e precisamente di Colle Umberto di Treviso, la start up Free Green Nature che propone l’ingegnoso e innovativo robot Icaro X4 per il trattamento dei vigneti con raggi UVC, capace di scongiurare gli attacchi di Oidio, Peronospora, Botrite senza l’impiego di chimica o fitofarmaci. Alimentato da un motore ibrido a benzina e batteria al litio, Icaro X4 è dotato di due bracci motorizzati sui quali sono posizionati 8 emettitori di raggi UV-C. Passando tra i filari, Icaro X4 irradia i raggi UV-C sulla superficie fogliare della vite danneggiando così il DNA dei microrganismi che causano le malattie.

La frequenza delle operazioni di trattamento è stabilita da una stazione posta al centro del campo, provvista di sensori sostenuti da una batteria alimentata a energia solare. Questi sensori raccolgono i dati climatici e, quando vengono identificate condizioni favorevoli per la proliferazione dei microrganismi, inviano al robot il segnale di inizio trattamento. Non si tratta quindi di un sistema curativo, ma di prevenzione attiva con una capacità massima di copertura di 10 – 15 ettari, variabili in base alla tipologia del vigneto, e in particolare dalla pendenza e dalle distanze da percorrere per passare da un appezzamento all’altro.

Il robot YV01

Yanmar

Non poteva poi mancare un rappresentante del Giappone, altro Paese all’avanguardia nello sviluppo di sistemi automatizzati. Il robot YV01 di Yanmar, appena presentato al VITeff International Sparkling Wine Technology Exhibition di Epernay in Francia, è un irroratore autonomo che opera a cavallo dei vigneti con meccanismo di spruzzatura elettrostatica. Le gocce di spray, caricate elettricamente, sono attratte dalle foglie delle piante in modo che tutte le superfici, anche quelle nascoste, siano trattate e l’eccesso di spray sia ridotto al minimo.

Alimentato dal motore 4 cilindri a benzina Honda IGX 800 da 27 cavalli, e con un sistema di trazione a cingoli in gomma, l’YV01 può operare su pendenze longitudinali fino al 45 per cento e del 19 per cento laterali. La capacità del serbatoio per i trattamenti è di 200 litri, mentre le dimensioni e il peso contenuto (circa 1.000 chili) ne consentono un facile trasporto da un appezzamento all’altro.

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