Il polverone sollevato dalla sigla dei contoterzisti CAI in merito alla posizione di UNCAI sul credito d’imposta del 20% e alle parole del presidente sulla situazione del settore, non poteva che destare nuove e più aspre polemiche. Che, puntuali, sono arrivate proprio dal colui che è stato tirato in causa, ovvero il presidente Aproniano Tassinari. Che non ha esitato a definire quanto detto da CAI, “in merito al credito d’imposta e al ruolo di “paladini” degli agromeccanici che questi ritengono di svolgere”, come “discorso prolisso, enfatico e inconcludente” e come “ennesima uscita fine a se stessa”, per poi precisare che CAI è “l’associazione di contoterzisti erede di Confai e Unima, non l’unione dei consorzi agrari”.

UNCAI e CAI, la polemica sul credito d’imposta

“Bel modo di ergersi a paladini di una categoria, mettendola nei guai dichiarando urbi et orbi che il credito d’imposta del 20% per l’acquisto del gasolio usato nelle attività agricole spetta anche a loro. Perché il punto è solo questo”, ha detto Tassinari.

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“C’è poco da fare il tifo, noi operiamo sulle certezze e non su ipotesi o libere interpretazioni delle norme. Essere a favore dei propri associati è farli entrare in un provvedimento a testa alta, dalla porta principale, e non dalla finestra, con il rischio di essere beccati con le mani sporche di marmellata”. “In fondo, leggendo bene l’ultima nota del Cai, sembra essere proprio questo l’intento: “Quando si dice ‘tenere bordone’ a qualcuno con l’idea di far seguire un cancan se le cose vanno male”.

“Modelli che non appartengono a Uncai che preferisce di gran lunga lavorare a una soluzione sul credito d’imposta, senza perdersi in vane parole. Solo tre giorni fa dal Mipaaf è giunta la richiesta della percentuale di gasolio agricolo agevolato ritirato ogni anno dai contoterzisti, speriamo sia un buon segnale. Noi naturalmente abbiamo subito fornito la risposta”, ha poi concluso il presidente Uncai.

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