Uncai: “Sicurezza sostanziale, norme chiare, dispositivi obbligatori e imprese qualificate”. La ricetta per i contoterzisti
Tra le proposte anche quella di premiare le imprese agromeccaniche virtuose con agevolazioni contributive semplici ed efficaci. Il nodo

L’ennesimo, drammatico incidente in agricoltura, avvenuto lo scorso maggio in provincia di Verona, ha di nuovo acceso il dibattito in seno al comparto. A puntare i riflettori sul fatto di cronaca – che, purtroppo ha visto un olivicoltore perdere la vita per il ribaltamento di un trattore privo di rollbar – è stata Uncai, in una nota accorata. “Questo incidente è il sintomo di un sistema che necessita di norme chiare e applicabili per garantire la protezione degli operatori agricoli”, ha commentato il presidente di Uncai, Aproniano Tassinari che sottolinea l’urgenza di intervenire da subito.
“Le istituzioni devono partire da qui. Parliamo spesso di tecnologie avanzate, di intelligenza artificiale applicata all’agricoltura, ma la sicurezza passa prima di tutto da soluzioni concrete e immediatamente attuabili. Persino un sistema automatico, in grado di inviare una chiamata d’emergenza in caso di ribaltamento, non sarebbe una misura complessa da implementare”.
Sicurezza, Uncai punta il dito sulla revisione dei mezzi
Tassinari, nel suo commento, non ha mancato di ribadire poi l’annosa questione della revisione periodica obbligatoria dei mezzi agricoli, in attesa di norme attuative da praticamente un decennio e finita in un limbo burocratico desolante. “In altri paesi europei – viene sottolineato nella nota di Uncai – dove tale revisione è stata introdotta senza clamore, si è registrato un dimezzamento dei decessi per ribaltamento.
Secondo Tassinari, in Italia adottando questo provvedimento si passerebbe da circa 100 a 50 morti di trattore all’anno, evidenziando così l’urgenza di un intervento concreto. Prima ancora di lanciare corsi di formazione e sgravi contributivi, è fondamentale affrontare la questione alla radice. Investire in programmi formativi, permettendo che circolino per strada o nei campi mezzi privi di dispositivi protettivi, significherebbe finanziare una cultura apparente, senza risolvere il problema reale.
La sicurezza centrale anche per i contoterzisti
“La sicurezza in agricoltura non riguarda l’età o l’estetica del trattore, ma la presenza – o, peggio, l’assenza – di dispositivi protettivi. Anche sui mezzi più vecchi, l’installazione di rollbar e cinture può fare la differenza. Se la revisione periodica si rivela, almeno politicamente, impraticabile, quell’arco di metallo che protegge in caso di ribaltamento dovrebbe diventare obbligatorio”, ribadisce Tassinari. Il presidente di Uncai evidenzia, inoltre, che la sicurezza interessa non solo le aziende agricole, ma anche le imprese agromeccaniche (codice ATECO 01.61) che offrono lavorazioni per conto terzi.
“I contoterzisti sono già in grado di garantire servizi certificati e più sicuri agli agricoltori, in particolare nelle regioni dove è istituito un albo delle imprese agromeccaniche professionali – come in Lombardia ed Emilia-Romagna”, spiega Tassinari. Per questo Uncai sostiene l’importanza di premiare le imprese agromeccaniche virtuose con agevolazioni contributive semplici ed efficaci.
“Le aziende agromeccaniche professionali, che operano in modo autonomo e strutturato con elevati standard di sicurezza e qualità, rappresentano un modello virtuoso e meritano ulteriori incentivi”, aggiunge il presidente. Uncai si rende disponibile per futuri confronti istituzionali di natura tecnica sulla sicurezza.
“Nel frattempo, il governo ha già una risposta concreta su cui lavorare: gli albi regionali e la proposta di legge nazionale, che valorizza la professionalità nel settore e tutela gli operatori con norme chiare ed efficaci”, ha aggiunto Tassinari, per poi concludere. “Sicurezza sostanziale, norme chiare, dispositivi obbligatori e imprese qualificate: questi sono gli elementi fondamentali per garantire condizioni di lavoro migliori e ridurre gli incidenti nei campi”.