Dal ‘fuoco’ che agita gli animi degli agricoltori di tutta Italia da più di una settimana, al fuoco reale, che ha bruciato due bandiere della Coldiretti: è successo questa mattina a Viterbo. Dove ancora hanno avuto luogo proteste spontanee alla guida dei trattori, organizzate autonomamente dagli operatori agricoli, senza l’avallo di nessuna sigla di categoria.

Dalle campagne fuori Viterbo decine di agricoltori con i loro trattori con cartelli, slogan e bandiere italiane si sono dati appuntamento alla zona commerciale di San Lazzaro, alle porte del capoluogo di provincia. Da qui si sono poi diretti dalla Cassia Nord verso il centro cittadino, costeggiando le mura storiche e via della Palazzina, convergendo poi, intorno alle 12.00, verso piazzale Gramsci, paralizzando il traffico cittadino. L’intento, poi sfumato, era quello di replicare i blocchi al casello di Orte sull’A1, messi in atto già durante lo scorso fine settimana.

Mentre il corteo di circa 50 trattori ha sfilato per le vie del centro di Viterbo, alle porte della città alcuni agricoltori hanno messo in piedi un’azione di protesta piuttosto macabra, dando fuoco ad alcune bandiere giallo-verdi della Coldiretti, per mettere in evidenza, a detta loro, la mancata attenzione da parte della sigla di categoria alle proteste che a macchia di leopardo hanno interessato tutta Italia, da Palermo a Trento, per accendere i riflettori sulle difficoltà del settore e sulle politiche di Bruxelles, ritenute lesive per il settore.

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Decisa la condanna da parte del ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. “Rispetto ogni manifestazione democratica, in particolare quella di lavoratori che, nel tempo, hanno visto calare il proprio reddito per scelte che certamente non hanno né tutelato l’ambiente né valorizzato la sovranità alimentare del nostro continente”, ha esordito il ministro. “In Italia, sin dal suo insediamento il nostro Governo ha restituito centralità all’agricoltura e si è schierato nel contesto dell’UE a difesa del comparto, senza paura di portare avanti battaglie giuste in difesa di agricoltura, allevamento e pesca. C’è bisogno di un fronte comune tra istituzioni e sistema produttivo italiano per valorizzare le nostre potenzialità e rafforzare l’Unione Europea, diversa da quella attuale, in linea con quanto intendevano coloro che la fondarono”.

“Considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto oggi a Viterbo – aggiunge il ministro – . A Coldiretti si deve la battaglia contro il cibo sintetico che l’Italia sta guidando anche in Europa con risultati eccezionali. Non ha alcun senso che il fronte degli agricoltori diventi quello di combattere altri agricoltori che si sentono rappresentati dalle associazioni. Ed è per questo che, consapevole della validità delle istanze promosse da questo mondo, esprimo la solidarietà alla Coldiretti, auspicando che nessun uomo e donna, nessun imprenditore agricolo svilisca il proprio impegno per difendere il lavoro, la terra, la produzione, con azioni che nulla hanno a che fare con i principi di rispetto, libertà e democrazia che mai devono mancare e dei quali, proprio gli agricoltori, sono il simbolo più rilevante”.

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