In poco meno di dieci anni, ovvero in quello che è praticamente l’arco di una generazione, le campagne italiane si sono “ristrette”, perdendo oltre un terreno agricolo su quattro, e registrando un calo della superficie coltivabile pari a -28%. I dati emersi dall’ultimo Rapporto Snpa 2022 pubblicato dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, mettono in luce una situazione desolante per l’agricoltura italiana che, secondo la Coldiretti, è frutto di un “modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato”. Una serie di scelte, fatte tanto dalle amministrazioni comunali che da quelle regionali, che mettono “a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile”, in cui la siccità imperversa e gli effetti dei rincari energetici gravano ancora su numerose imprese.

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Agricoltura, persi più di 4 mln di quintali di prodotti agricoli

Le aree perse in Italia dal 2012 – sottolinea la Coldiretti – avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori segnati dal moltiplicarsi di eventi estremi dalla siccità ai violenti temporali.

Nello stesso periodo, in base a quanto sottolineato dalla Coldiretti sulla base del report ISPRA, la perdita della capacità di stoccaggio del carbonio di queste aree (oltre tre milioni di tonnellate) equivale, in termini di emissione di CO2, a quanto emetterebbero più di un milione di autovetture con una percorrenza media di 11.200 km l’anno tra il 2012 e il 2020: un totale di oltre 90 miliardi di chilometri percorsi, più di 2 milioni di volte il giro della terra.

Il commento di Prandini

“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché il Paese diventi autosufficiente nella produzione di cibo”, tuona il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.

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