L’anticiclone Apocalisse che ha travolto l’Europa in una delle estati più roventi di sempre acuisce la già grave carenza idrica del Vecchio Continente e porta l’emergenza siccità a quasi metà del territorio comunitario. Stando infatti ai dati pubblicati dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea e commentati dalla Coldiretti, mentre il 46% delle campagne europee risulta essere flagellato da gravi cali nelle rese dei raccolti, ampie porzioni di colture sono andate in fumo a causa dei gravissimi incendi, come quello che proprio ieri, 19 luglio 2022, è divampato nei boschi del Carso, tra Friuli e Slovenia, con colonne di fumo visibili a decine di chilometri, causando la chiusura di un tratto dell’Autostrada A4.

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Siccità e grande caldo abbattono le rese agricole e acuiscono i danni al settore

Sul vecchio Continente si è scatenata una vera e propria tempesta perfetta con ampie e persistenti assenze di precipitazioni che si sono combinate alle ondate di caldo del tutto anomale aggravate dalla previsione di condizioni più secche del normale, e quini di siccità, in vaste aree d’Europa per i prossimi tre mesi. Non a caso il giugno appena trascorso è stato il secondo più caldo mai registrato in Europa con una temperatura superiore di 1,6 gradi alla media per effetto del valori estremi fatti registrare in Spagna, Francia e Italia, secondo l’analisi della Coldiretti sul bollettino climatico del programma europeo Copernicus.

Come ribadito dalla Coldiretti, la situazione che si è venuta a creare in Unione Europea in seguito al caldo record, sta avendo pesanti conseguenze sulle rese delle coltivazioni sottoposte a stress termico e idrico , con Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia in testa alla classifica dei paesi in cui è previsto un forte calo delle produzioni. Ma l’allarme riguarda anche – continua la Coldiretti – la Germania, la Polonia, l’Ungheria, la Slovenia e la Croazia che si trovano secondo l’osservatorio Ue in una situazione preoccupante. Il risultato è che secondo le ultime stime della Commissione Ue, la previsione per la produzione di cereali in Europa sarà inferiore del 2,5% rispetto ai livelli del 2021, arrivando così a toccare poco più di 286 milioni di tonnellate.

Gli effetti sull’Italia

A soffrire è soprattutto l’Italia dove i campi sono allo stremo e hanno già perso in media 1/3 delle produzioni nazionali dalla frutta al mais, dal frumento al riso, dal latte alle cozze e alle vongole, secondo stime Coldiretti. Nelle campagne – spiega Coldiretti – si registrano già cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati. Per la sola Italia, quindi, l’impatto sulle produzioni nazionali è devastante, con danni che superano i 3 miliardi di euro.

“Chiediamo all’Ue di sostenere le imprese agricole costrette ad affrontare una difficile emergenza ma anche di intervenire con misure strutturali per assicurare la disponibilità di acqua in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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