Nel fine settimana appena passato un’ondata di maltempo violentissima ha travolto tutto il Nord Italia. Precipitazioni particolarmente intense si sono registrate soprattutto in Piemonte e in Liguria. In queste regioni, alcuni paesi sono stati letteralmente travolti dai fiumi in piena. Frane e smottamenti, argini rotti, ponti crollati. Per esempio, quello che collega Romagnano Sesia a Gattinara nel novarese. Inoltre, un altro nel piacentino, la passerella pedonale a Ventimiglia – intere comunità isolate per il cedimento strutturale di strade e vie di comunicazione.

Questo il triste (e parziale) bilancio dell’alluvione del Piemonte.

Un bilancio che per ora potrebbe oscillare tra i 200 e i 300 milioni di euro. Oltre a centinaia di comuni colpiti (da Limone Piemonte a Borgo Vercelli).

Alluvione del Piemonte

Alluvione del Piemonte, colpiti quasi un decimo dei comuni della Regione

Una devastazione generalizzata che ha interessato un’area vastissima. Da Novara al confine e oltre, perché in Francia la conta dei danni e, purtroppo, dei morti non è ancora finita. Una devastazione alimentata da precipitazioni che hanno concentrato in poche ore quantitativi di acqua che solitamente si vedevano nell’arco di mesi.

L’agricoltura non è uscita indenne.

Anzi, è quella che probabilmente ha subito più danni tra i settori produttivi colpiti dall’alluvione del Piemonte. A lanciare l’allarme è Coldiretti.

“Interi greggi di pecore dispersi – esordisce la nota – animali bloccati in alpeggio, serre divelte, frutteti e coltivazioni distrutti, alberi abbattuti, olive sbattute a terra, risaie allagate proprio nel momento della raccolta ma anche cascine isolate, frane nei terreni, strade rurali interrotte e ponti impraticabili con milioni di euro di danni all’agricoltura”.

Eventi estremi, il 2020 un anno senza precedenti

Non voleva fare sicuramente la Cassandra della situazione, ma giusto una decina di giorni fa la stessa Coldiretti aveva già puntato i riflettori sugli eventi climatici estremi del 2020, schizzati a più di mille in poco meno di nove mesi, facendo una ricognizione sulle caratteristiche dei nubifragi e sui danni che questi hanno causato al settore primario, calcolati nell’ordine dei miliardi sul lungo periodo.

Tutto ciò a causa di manifestazioni violente più frequenti, sfasamenti stagionali e mutamenti climatici dettati dalla tropicalizzazione che incalza anche nelle zone temperate.

 Alla vigilia della raccolta risaie completamente allagate

Tra le zone più colpite a livello agricolo c’è il cosiddetto triangolo d’oro del riso tra Vercelli, Novara e Pavia (dove si coltiva l’80% del riso in Italia). L’onda d’urto dell’alluvione è arrivata proprio alla vigilia della raccolta, con aziende agricole che sono state allagate completamente: quasi inevitabile la perdita di un intero anno di lavoro con rese che, allo stato attuale, sono praticamente nulle.

Il maltempo ha colpito un Paese, l’Italia, “che si conferma primo produttore europeo di riso – secondo i dati Coldiretti – con 228 mila ettari coltivati quest’anno e 4 mila aziende agricole che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue e con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo”.

Alluvione del Piemonte, numerosi i settori alimentari ed enogastronomici colpiti

Non è andata meglio alle altre regioni settentrionali colpite. “In Liguria – sottolinea la Coldiretti – si segnalano frane e smottamenti con difficoltà anche per le aziende in alpeggio ma si contano anche danni alle colture in campo con il forte vento e trombe d’aria che non hanno risparmiato le olive ormai prossime alla raccolta”.

“In Valle d’Aosta – prosegue la nota dell’associazione – campi allagati per l’esondazione della Dora in bassa Valle, serre divelte dal forte vento, stalle evacuate e ancora frutteti distrutti e vigneti pesantemente danneggiati ma il maltempo ha colpito anche  la rete viaria in particolare nel territorio della media e bassa Valle”.

“E’ ora che le istituzioni mettano mano ad un piano di sicurezza per difendere il settore agricolo e le sue filiere produttive”, tuona Osvaldo Geddo, direttore di CIA Savona. E per garantire ciò servono “tempistiche rapide” poiché “i lavori non sono più rinviabili. I danni subiti con questa ondata di maltempo sono inaccettabili, anche alla luce delle gravi difficoltà di quest’anno per l’emergenza sanitaria e la crisi legata al Covid”.

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