Non ebbero il successo sperato e ben presto i trattori di Treviglio tornarono ai classici propulsori in linea. Il primo fu il 450 V del 1964, poi vennero il Sametto, il Samecar, l’Italia, l’Atalanta, il Centauro e il Leone. Caso a parte l’Ariete anch’esso lanciato nel 1964, successore del potente 480, tanto che veniva chiamato ‘Ariete 480‘.

Che conservò il quattro cilindri in linea raffreddato ad aria da 5 litri di cubatura portato a 85 cavalli e venne prodotto in 1.375 esemplari fino al 1967. Poi adottò la nuova carrozzeria squadrata con la meccanica color blu.

L’Ariete, con i suoi 85 cavalli, era il ruotato italiano più potente dell’epoca.

Era il più potente trattore ruotato sul mercato e nello stesso anno venne affiancato e sostituto dal nuovo Ariete dal passo allungato ma anche più leggero e con un migliore angolo di sterzo. Ariete veniva offerto in diverse versioni, standard, risaia e maggiorato, più pesante e strutturato.

Collaudo dell’ ultima versione, notare il suffisso “T” sul cofano e i riduttori epicicloidali sui mozzi delle ruote anteriori

Fu uno dei primi trattori italiani a superare la velocità massima di 30 km/h, caratteristica premiante per i trasporti su strada e a offrire anche il superriduttore da 0,3 km/h, utile con gli scavafossi. La scelta di montare motori a ‘V’ sui trattori Same derivò essenzialmente da due motivi, rendere i trattori più compatti in lunghezza e distinguersi nettamente dalla concorrenza.

Le ultime versioni degli anni Settanta adottarono la doppia trazione coassiale con i riduttori epicicloidali nei mozzi anteriori e presero il nome di ‘Ariete T’. Finì la sua più che onorata carriera nel 1974.

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