Il pensiero sul futuro a breve, secondo gli esperti di Agrievolution, volge al positivo. Sarà, ma guardando al recente passato per la maggior parte delle imprese di settore non resta altro che leccarsi le ferite. I vari bilanci, presentati nelle scorse settimane, sono tutti scritti con il pennarello rosso. Qualche esempio?

Limitatamente alle macchine agricole, il primo trimestre 2015 di Cnh segna un calo del 24 per cento dei ricavi di vendita netti (rispetto allo stesso periodo del 2014). Le vendite di trattori subiscono un taglio del 14 per cento, quelle di mietitrebbie del 26 per cento. Lo stesso bilancio evidenzia che «a livello globale la quota di mercato delle macchine per l’agricoltura di Cnh è salita sia per i trattori sia per le mietitrebbiatrici». Come a dire che ai concorrenti, nel complesso, è andata ancora peggio.

In effetti pesante appare anche la situazione di Agco. Il calo delle vendite nette nel periodo gennaio-marzo 2015 è pari a 27 punti percentuali (rispetto al primo trimestre 2014). La spiegazione di questa brusca frenata è la stessa che vale un po’ per tutti: «la debolezza della domanda di settore spalmata su tutte le aree del Pianeta».

Da Moline, Illinois, base del colosso John Deere rimbalzano dati dello stesso tenore. Le vendite complessive su scala mondiale segnano un calo – nel primo trimestre 2015 – pari a 17 punti percentuali. «La debolezza generalizzata del mercato mondiale – spiegano gli esperti di John Deere – ha inciso soprattutto sui modelli di alta potenza e al top di gamma, riducendo le vendite e i ricavi».

Il messaggio della Deutz motori è apparentemente più rassicurante: «la business performance è in linea con le attese». Ma erano, evidentemente, attese molto caute, visto che gli ordini segnano un calo del 22,5 per cento. Le vendite nei primi tre mesi si fermano a 36.900 motori rispetto ai quasi 44.500 del periodo gennaio-marzo 2014. A parziale consolazione, il risultato di bilancio è in crescita rispetto allo scorso anno.

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