Gli effetti della siccità estiva e del caro energia, che ha appesantito come non mai le bollette delle famiglie e delle imprese, iniziano a farsi sentire con particolare intensità sull’agricoltura italiana. In base ai dati del secondo semestre del 2022 rilasciati dall’Istat (e commentati dalla Coldiretti), il settore primario è infatti l’unico a registrate una netta inversione di tendenza rispetto all’andamento generale dell’economia, segnando un calo dell’1,1% sul valore aggiunto rispetto al semestre precedente, e di 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo mentre il resto del Paese, sempre secondo i dati Istat, ha messo a segno una crescita in valori concatenati del +1,1% rispetto al trimestre precedente, e di +5% rispetto al 2021.

L’agricoltura è in difficolta. L’analisi Coldiretti

Il risultato di questi risultati in controtendenza rispetto all’andamento nazionale (che, comunque, proprio a causa degli ulteriori rincari energetici previsti per il periodo autunnale e invernale, è destinato ad arrestarsi), è che oltre 1/3 delle aziende agricole (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo mentre più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività secondo il Crea. In agricoltura, come la sigla ha sottolineato negli ultimi mesi in numerose occasioni, si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.

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Poi, gli effetti dei rincari energetici si abbattono a cascata su tutte le altre filiere, andando ad impattare direttamente nel portafoglio degli italiani, che sono quindi costretti a spendere di più ma a consumare meno. Un palese controsenso. Come ribadito dalla Coldiretti: gli effetti si riversano anche sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che, quindi, incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.

“Non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agricole italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese e con essi l’approvvigionamento delle famiglie che già devono affrontare insostenibili aumenti dei prezzi” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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