Mentre prosegue il continuo aumento dei prezzi di carburanti, prodotti e materie prime, la lettera inviata qualche mese fa dall’assessore lombardo Fabio Rolfi al Governo su richiesta della sigla che riunisce i contoterzisti e inerente l’applicazione del credito d’imposta per il gasolio anche alla categoria in questione, è sostanzialmente finita nel dimenticatoio poiché, come ha sottolineato UNCAI, mentre tra maggio e giugno sono proseguite le operazioni per la fienagione (anche per conto terzi) le istituzioni non hanno mai risposto all’interrogativo di Uncai se il credito di imposta per il carburante usato nelle attività agricole sia a disposizione anche dei contoterzisti (codice Ateco 01.61).

Una situazione, quella legata ai rincari generalizzati, talmente grave da rendere praticamente inefficace l’aumento del costo delle lavorazioni agromeccaniche del 20%, che per UNCAI “non è più sufficiente” ad arginare i danni. Con il costo del carburante agricolo arrivato a 1,37 euro/litro + iva (più del doppio rispetto a 12 mesi fa), quello degli pneumatici oltre il 60% in un anno, e dei ricambi oltre il 20%.

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Contoterzisti, il rischio è lo scontro tra le categorie lavorative

“Sempre più in balia degli eventi internazionali, l’Italia è costretta a raschiare il barile, e le categorie che lavorano a stretto contatto tra loro rischiano di essere messe l’una contro l’altra se manca un progetto chiaro e condiviso per salvarci tutti”, ha tuonato il presidente di Uncai Aproniano Tassinari. “In base alle analisi di Uncai, che tengono conto del diverso consumo di gasolio in caso di lavorazioni leggere, medie e pesanti, gli agromeccanici rischiano di essere in perdita nella trebbiatura del grano se non aumentano le tariffe mediamente almeno del 25% rispetto a un anno fa.

“Ciò si traduce in aumenti da 35 a 50 euro ad ettaro, a seconda delle caratteristiche del terreno“, ha poi proseguito Tassinari. “Sollecitiamo quindi con urgenza una risposta a chi ha elaborato il credito di imposta per il carburante usato in agricoltura, vale a dire i Senatori Maria Virginia Tiraboschi ed Emiliano Fenu. Anche gli agromeccanici ne hanno diritto? Attendiamo una risposta anche da tutti i ministri che hanno approvato e sottoscritto l’articolo senza apportare i chiarimenti e le modifiche richiesti da Uncai”, prosegue il presidente di Uncai Aproniano Tassinari.

Manca una visione generale

Si aggiunge un aspetto tragico alla vicenda, ed è la totale assenza di progetti e programmi che tirino fuori l’Italia da una situazione che ha assunto l’aspetto di un ricatto energetico. “I rincari sono scaricati direttamente sulle spalle degli italiani, in attesa che un evento fortunato risolva la partita. Ma in gioco c’è qualcosa di molto più significativo della qualificazioni ai Mondiali di calcio”, rimarca il presidente nazionale dei Contoterzisti.

“Si vuole più cibo e mettere in sicurezza filiere agroalimentari indispensabili a nutrire il Pianeta, come quelle dei cereali e dei foraggi. Quasi la totalità delle trebbie e delle trince in circolazione sono acquistate e utilizzate nei campi proprio dai contoterzisti. È così da sempre, per una convenienza economica ed ecologica. Eppure gli agromeccanici non ricevono agevolazioni e aiuti. Non sono ritenuti strategici all’agricoltura. Perché? Forse non è chiaro che tale conventio ad excludendum rende aleatoria e improbabile ogni intervento e ogni soluzione avanzata dalla politica?”, conclude Tassinari.

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