Non sono pochi i dubbi che stanno attanagliando il settore agromeccanico in vista dell’approvazione del cosiddetto decreto Ucraina, il pacchetto di misure su cui il Governo Draghi sta lavorando per attutire i rincari dell’energia (gas, elettricità, carburanti) e delle materie prime, alla luce dello scoppio del conflitto in Est Europa. Un insieme eterogeneo di provvedimenti al cui interno, oltre alla questione sugli armamenti e sull’accoglienza ai profughi che stanno scappando dal paese (e che hanno superato la drammatica cifra di quattro milioni), sono rientrati anche i ristori previsti per le categorie produttive italiane, in particolare per quelle energivore, in grave difficoltà a causa del rincaro senza precedenti delle bollette. Tra queste figurano ovviamente anche quelle agromeccaniche che, tuttavia, per un cavillo testuale avrebbero potuto non usufruire del credito d’imposta sul gasolio, come previsto dal decreto Ucraina.

“Il testo dell’articolo 18 del decreto Ucraina, almeno così come è stato trasmesso al Senato, pone dei dubbi sul fatto che anche le imprese agromeccaniche siano beneficiarie del credito di imposta del 20% per l’acquisto di carburato per l’esercizio dell’attività agricola. L’emendamento presentato su nostra richiesta da Regione Lombardia rappresenta quindi un modo per fare chiarezza”, ha sottolineato il presidente della Federazione Lombarda dei Contoterzisti (Flima) Clevio Demicheli, esprimendo il ringraziamento dei contoterzisti all’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi per la disponibilità a farsi interprete in tempi rapidi delle loro perplessità.

Credito d’imposta anche per l’imprese agromeccaniche: per UNCAI occorre fare chiarezza

La modifica presentata chiarisce che le imprese agromeccaniche che svolgono conto terzi l’attività agricola di lavorazione dei suoli sono le principali consumatrici di gasolio, quindi le più colpite dai rincari del carburante, e per questo sono necessariamente comprese tra i beneficiari del credito di imposta.

“Il tutto a scanso degli equivoci che possono essere generati non tanto dal testo dell’articolo, quanto dalle tabelle allegate dove sono citati solo agricoltori e i veicoli da pesca, ed evitare incomprensioni, nonché costi diversi tra le lavorazioni in conto proprio o effettuate da terzi e la conseguente eccessiva rimodulazione verso l’alto delle tariffe delle seconde”, conclude Demicheli.

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