Maschio Gaspardo è stata selezionata tra le aziende parte del progetto pilota della Regione Veneto per contenere la diffusione del coronavirus durante la Fase 2. Non ha mai fermato la produzione e rinnova la sua volontà di puntare sull’innovazione e sull’espansione in Asia e Africa attraverso nuove joint-venture.

Per approfondire lo stato dell’azienda e la sua strategia di medio periodo abbiamo sentito il Presidente, Mirco Maschio:

Mirco Maschio
Mirco Maschio

Quali sono stati gli impatti della crisi Covid sulla Maschio Gaspardo ad oggi?

Maschio Gaspardo è rimasta operativa per tutto il periodo del lockdown. Non chiudere le attività produttive è stato un dovere nei confronti dei nostri clienti che attendevano la consegna delle macchine per affrontare le lavorazioni stagionali. Siamo stati un modello anche nella tempestività ed efficacia dei provvedimenti adottati per proteggere i nostri dipendenti, contenere la diffusione del contagio, garantendo così la continuità operativa.

Inoltre Maschio Gaspardo è stata selezionata tra le aziende parte del progetto pilota della Regione Veneto per contenere la diffusione del Coronavirus durante la Fase 2. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di valutare l’efficacia delle misure di contenimento attuate dalle aziende che vi prendono parte, attraverso la raccolta a campione di informazioni epidemiologiche tra i lavoratori e tramite l’effettuazione degli esami oggi disponibili.

Così, negli stabilimenti di Campodarsego e Cadoneghe, tra mercoledì 29 e giovedì 30 aprile, sono stati effettuati dal personale medico ed infermieristico dello Studio del Dott. Lonardi, oltre 250 tamponi e test sierologici veloci Covid-19 su dipendenti selezionati su base statistica secondo criteri di sesso, età, qualifica ed area di appartenenza. I risultati dei test sono stati notificati e sulla base degli esiti, tutti negativi, non è stata richiesta l’implementazione di misure precauzionali aggiuntive a quelle che Maschio Gaspardo ha applicato fin dall’annuncio dei primi contagi in Italia a fine febbraio. La situazione è comunque oggetto di monitoraggio continuo.

È bene inoltre considerare che le componenti della filiera agroalimentare sono strettamente integrate tra loro e pertanto la meccanica agricola è fondamentale per lo svolgimento di questa attività primaria. Per questo motivo non abbiamo mai fermato la produzione delle nostre attrezzature, anche per non lasciare uno spazio competitivo importante ai nostri concorrenti esteri, spazio che difficilmente avremmo potuto recuperare.

Quali sono gli scenari su cui state lavorando da qui a un anno? E dal punto di vista della vostra proposta commerciale cosa e come cambia?

Stiamo lavorando sulla possibilità di costituire delle joint-venture con importanti realtà locali e per consolidare la nostra presenza in mercati di prospettiva come Asia, Africa e Sud America. Siamo concentrati anche sul nord America con l’obbiettivo di rafforzare la nostra presenza commerciale.

Maschio Gaspardo

Quali cambiamenti organizzativi avete dovuto apportare nell’immediato per gestire la riapertura e quali pensate di approntare nel breve periodo?

Da subito abbiamo attuato delle azioni con l’obiettivo di contenere la diffusione del virus.Fin dai primi casi sono state predisposte delle postazioni di controllo in tutti gli stabilimenti. All’ingresso è richiesto a tutti il lavaggio delle mani con una soluzione disinfettante, è controllata la temperatura corporea, viene fornita una mascherina di protezione e la produzione è stata organizzata in modo da consentire il rispetto della distanza di sicurezza in tutte le fasi della lavorazione e durante i momenti di pausa. Inoltre, per tutti i dipendenti che ne abbiano la possibilità, è stata data indicazione di operare in telelavoro.

Queste disposizioni sono state introdotte in tutti gli stabilimenti Maschio Gaspardo nel mondo, allineati anche attraverso la diffusione di una specifica istruzione operativa.

Maschio Gaspardo

Ci sono stati dei cambiamenti o delle trasformazioni che in qualche modo potrebbero risultare utili a prescindere dalla stretta emergenza?

In genere le crisi consentono di riesaminare a fondo la realtà aziendale con occhi diversi. Sono quasi sempre dei motori di cambiamento, occasioni in cui ci si impone di ragionare e di capire cosa va bene e cosa va cambiato.

Nel nostro settore, per esempio, l’emergenza da Coronavirus sta dando occasione di ripensare alle fonti del valoree alle relazioni tra marketplace, luogi di incontro fisico e marketspace, luoghi di comunicazione dove lo scambio di informazioni avviene principalmente attraverso tecnologie digitali.

La stagione primaverile è la più importante nel ciclo agronomico e soprattutto in questa fase di emergenza, è stato un nostro obiettivo essere vicini agli agricoltori. Abbiamo garantito la consegna di macchine e ricambi e il supporto nel service, pur nel rispetto delle normative e del distanziamento sociale, adottando sistemi di intervento innovativi, come l’assistenza e messa in campo da remoto. Si tratta di progetti già in cantiere, che la situazione contingente ha fatto accelerare fino a farli diventare standard aziendali.

Alla luce di questa vicenda è mutato il rapporto di Maschio Gaspardo con le innovazioni? Pensate che questa crisi potrebbe accelerare/rallentare l’introduzione di qualche innovazione in azienda, quale nel caso?

Direi che è cambiato il nostro rapporto con le innovazioni, nel senso che si sono rivelate sempre più necessarie. Sempre di più parliamo di tracciabilità, di tecnologia blockchain, di raccolta di dati impiegati al servizio della filiera. Una realtà di nicchia che sta crescendo ed acquisendo un ruolo di primo piano.

Le aziende agricole e i contoterzisti sono chiamati a obiettivi sempre più sfidanti, come il controllo puntuale dei costi di produzione, l’aumento delle rese, l’elaborazione ma soprattutto l’interpretazione dei dati relativi all’attività produttiva. Su questo stiamo lavorando.

Toccando il tema del risk management: Quali impatti pensate che questo evento potrà avere in termini di Automazione, Big Data/Analisi dati, Filiera/Mercati di approvvigionamento? Sarà occasione di reshorig?

Da un punto di vista organizzativo questa emergenza ci ha abituato all’utilizzo di tecnologie digitali, che riducono gli spostamenti e permettono un’ottimizzazione di tempi e costi. Non pensiamo che gli incontri virtuali possano sostituire quelli personali, ma in alcune occasioni ci permetteranno di arrivare prima all’obiettivo.

A inizio febbraio, con i primi casi segnalati di Covid-19, è stato richiesto ai dipendenti che ne avessero la possibilità di operare in telelavoro. Questo ci ha messo nella condizione di dover garantire una banda sufficientemente ampia da permettere la connessione ad un numero elevato di utenti, ma anche di dover scegliere fra strumenti di teleconferenza più sicuri rispetto ad altri.

Dal punto di vista della supply chain, operiamo già con fornitori alternativi per alcuni componenti strategici e in regime di filiera corta, per cui abbiamo sofferto poco anche nella fase del lockdown. Un grazie anche ai nostri fornitori che ci hanno dato fiducia e sono stati in grado di seguire le nostre esigenze.

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