Federacma: «in Italia 70 per cento dei trattori con un’età media superiore ai 25 anni»
Durante gli Stati Generali sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro in Parlamento, la sigla lancia l'allarme e ribadisce che occorre «fermare la strage silenziosa nei campi». Solo nell'ultimo mese dieci decessi riconducibili al ribaltamento del trattore. I dati

In tante occasioni ne abbiamo parlato, tristemente, su queste pagine. E in altrettante, le sigle di categoria hanno provato ad accendere i riflettori su quella che, ad oggi, sembra essere una situazione immutabile. Stiamo parlando della “strage silenziosa nei campi”, delle morti in ambito agricolo, come ribadisce anche il titolo dell’ultima nota di Federacma, la sigla di Confcommercio che riunisce i rivenditori di macchine agricole.
I riflettori sulla questione sono stati di nuovo accessi dalla sigla in occasione degli Stati Generali sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro che, da oggi 21 e per i prossimi due giorni, si stanno svolgendo in Parlamento. La tre giorni, organizzata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro, ha permesso di richiamare l’attenzione su quella che Federacma ha definito una delle emergenze più gravi e trascurate del settore primario. Ovvero la mancata attuazione della revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, prevista da un decreto interministeriale del 2015. E ad oggi, tra un decreto milleproroghe e l’altro, mai entrata in vigore.
“Ogni anno in Italia oltre cento agricoltori muoiono schiacciati dal trattore”, ha esordito in una nota Andrea Borio, presidente di Federacma. È una strage silenziosa che si consuma nei campi da decenni e che potrebbe essere drasticamente ridotta semplicemente attuando una norma già scritta, coerente con il Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro”.
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Secondo i dati elaborati da Federacma, in Italia circolano oltre due milioni di mezzi agricoli, con il 70 per cento con un’età media superiore ai 25 anni. Circa un milione di trattori (dati Inail) risultano privi di cinture di sicurezza e/o di strutture di protezione in caso di ribaltamento (rollbar), dispositivi fondamentali per evitare che l’operatore resti schiacciato dal mezzo in caso di incidente.
La gran parte delle morti sul lavoro in agricoltura, come le pagine di cronaca purtroppo dimostrano, è infatti legata proprio al ribaltamento di trattori obsoleti, mai sottoposti a controlli tecnici periodici. Solo nell’ultimo mese, secondo un monitoraggio di Federacma basato su fonti di stampa – e quindi con dati verosimilmente sottostimati – si sono registrati dieci decessi direttamente riconducibili al ribaltamento di mezzi agricoli. I costi sociali, oltre all’incommensurabile valore della vita umana, sfiorano il miliardo di euro l’anno tra risarcimenti, pensioni e cure.
“In nessun altro settore produttivo – sottolinea Borio – sarebbe accettabile lavorare con macchinari non verificati da decenni. In agricoltura, invece, si è consentito che la revisione rimanesse bloccata per mancanza di volontà politica. È inaccettabile. Parliamo di un provvedimento che salverebbe davvero vite e che, in Paesi come Francia, Germania e Austria, ha ridotto la mortalità fino al 90%”.
Federacma ha quindi chiesto al Governo di “emanare immediatamente il decreto attuativo, coinvolgendo Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT), Ministero dell’Agricoltura (MASAF) e INAIL, e di accompagnare la misura con strumenti di sostegno economico, come bandi ISMEA e INAIL per l’adeguamento e la sostituzione dei mezzi più datati”.
“Non servono nuove leggi, serve applicare quelle già approvate – conclude Borio –. La revisione dei trattori non è una formalità burocratica: è un dovere morale verso chi lavora la terra e una forma di rispetto verso gli altri automobilisti e utenti della strada. Riguarda la dignità e la sicurezza del lavoro agricolo. Non possiamo più permettere che la prossima vittima sia soltanto la conseguenza di un’altra omissione”.