Trattori pesanti, cingolati, tecnologie 4.0 per le risaie, mezzi d’epoca e, chi più ne ha, più ne metta: è stato un tripudio di novità e piacevoli conferme la 44esima edizione di Fiera in campo, una delle principali rassegne europee dedicate al riso, svoltasi lo scorso fine settimana nel vercellese, a Caresanablot. Gli agricoltori e gli operatori di settore sono tornati a riabbracciarsi e a condividere il know-how e le difficoltà dovute alla siccità dopo tre anni: era da tanto, infatti, che l’appuntamento vercellese mancava a causa della crisi pandemica e dalle misure restrittive che si sono susseguite senza soluzione di continuità dal 2020.

L’appuntamento, meta fissa per gli operatori del settore risicolo sin dal 1979, è stata organizzato come di consueto dai Giovani di Confagricoltura di Vercelli e Biella. In migliaia sono accorsi dalle campagne vicine e da tutta Italia, tanto da fare registrare il tutto esaurito in fiera (i parcheggi, stando alle testimonianze, erano già pieni alle 10 di mattina). Presenti decine e decine di azienda, sia italiane che europee. «C’era davvero fame di Fiera in Campo», ha commentato il presidente di Anga Vercelli Biella, Giacomo Mezza.

Oltre ad alcuni dispositivi prototipali per la gestione delle risorse idriche (e la lotta contro la siccità), a Fiera in Campo sono state sfoggiate alcune rampanti novità trattoristiche che hanno magnetizzato gli sguardi (e le fotocamere) dei visitatori: tra questi spiccavano un imponente Axion 960 della Claas – produttore che, tra l’altro, era sponsor dell’evento – e un Fendt Vario quadricingolato, versione particolarmente adatta per le lavorazioni in risaia grazie al minor compattamento del terreno che è in grado di garantire.

Numerose anche le macchine agricole d’epoca esposte, prodotte tra gli anni ’40 e il boom economico. Tra queste alcuni gloriosi trattori di marchi come Same, Porsche-Allgaier, Same, Fiat, Massey Ferguson, Ruggerini, e John Deere. Presente anche uno storico autocarro Fiat 666 N 7 (N voleva dire che l’alimentazione era a nafta) del 1947, utilizzato durante le riprese di Riso Amaro, intramontabile capolavoro del neorealismo, girato dal maestro Giuseppe De Santis, con Silvana Mangano e un Vittorio Gassman agli albori della sua carriera cinematografica. La speranza, a questo punto e a giudicare dalle premesse, è che la stagione 2023 per il riso italiano non sia amara come quella del film neorealista.

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