Tanto tuonò che alla fine piovve. Il SIMA di Parigi cambia ufficialmente data spostandosi a novembre negli anni pari.

SIMA 2019

Il comunicato degli organizzatori è lapidario e non lascia spazio ad alcun tipo di ritrattazione: «Le nuove richieste dei consumatori, i cambiamenti legali e normativi e le aspettative della società stanno provocando profondi cambiamenti nell’agricoltura. In queste circostanze, e con il suo 100 ° anniversario che si avvicina rapidamente, SIMA oggi mostra una rinnovata ambizione pur mantenendo stretti legami con il suo pubblico fedele. La mostra sta prendendo una direzione nuova e senza precedenti negli obiettivi continui di soddisfare le aspettative del suo settore, rivelando soluzioni tecniche e scientifiche e aumentando le sfide sociali ed economiche affrontate dall’agricoltura e dalle aree rurali. La terza rivoluzione agricola è in corso e SIMA vuole essere la sua vetrina internazionale! La prossima edizione di SIMA si terrà da domenica 8 a giovedì 12 novembre 2020 presso il centro espositivo Paris Nord Villepinte».

SIMA contro EIMA. Non c’è spazio per la diplomazia

La manifestazione francese va dunque a sovrapporsi con l’EIMA di Bologna che aprirà i cancelli dall’11 al 15 novembre, addirittura anticipandola di quattro giorni. Un comunicato decisamente fumoso, in cui l’unico elemento chiaro è la data e quindi l’attacco frontale alla Kermesse emiliana, indiscusso punto di riferimento autunnale del mondo della meccanizzazione agricola, in alternanza con l’Agritechnica di Hannover. Viene da chiedersi il perché di tale decisione dopo aver dichiarato proprio in chiusura dell’ultima edizione che il calendario sarebbe rimasto inalterato, smentendo di fatto le voci che già si rincorrevano dalla vigilia dell’evento parigino.

Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, nella recente intervista che ci ha rilasciato aveva in effetti previsto il possibile voltafaccia dell’Axema (associazione dei costruttori francesi, nonché ente organizzatore del SIMA). Probabilmente il dado era già tratto e il riserbo è stato mantenuto unicamente per non oscurare del tutto un’edizione che già si era dimostrata al di sotto delle aspettative per pubblico e capacità di destare reale interesse.

Che negli ultimi anni il SIMA stesse perdendo colpi è sotto gli occhi di tutti, ma che il rinnovato calendario rappresenti l’unica panacea per risollevarne le sorti lascia parecchi dubbi. La concomitanza di due eventi di tale portata complica e non poco la vita alle aziende che hanno sempre partecipato ad entrambe, oltre ad annientare completamente la possibilità per il pubblico di presenziarvi in contemporanea.

Parliamoci chiaro, il rischio è che ne risentano entrambe e che alla fine a livello internazionale ne rimanga una, relegando l’altra a evento regionale. A oggi l’EIMA surclassa il SIMA di quasi 100 mila visitatori (317 mila presenze all’EIMA contro le 230 mila del SIMA), senza contare la maggiore specializzazione e la superiore capacità di porsi come evento catalizzatore per l’intera area del Mediterraneo. Non scordiamoci poi che la capitale della componentistica è Bologna e che tra gli ‘stranieri’ che partecipano al SIMA la pattuglia di aziende italiane è la più nutrita d’Europa. Ma una cosa è certa, le sorti delle manifestazioni sono nelle mani dei big player.

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