Efficienza. È la prima cosa che viene in mente utilizzando la mietitrebbia John Deere S770i. Un vocabolo che sta sempre più entrando nella gestione delle aziende agricole che vogliono stare sul mercato e fare marginalità con investimenti mirati e proficui. E questa macchina, dalla sua, mette in campo una lunga serie di elementi che, combinati fra loro, permettono di aumentare la redditività. Soprattutto in un mercato come quello italiano dove due fattori giocano un ruolo fondamentale: la elevata resa per ettaro delle colture e la polivalenza dettata da una gestione dei fondi estremamente variegata e flessibile.

La S770i punta questi obiettivi in modo chiaro, tanto da sembrare quasi progettata per operare sul nostro mercato. Una macchina produttiva ma in grado di muoversi su piccoli fondi. Un motore Stage V John Deere PowerTech da 9 litri da 455 cavalli prestante ma con dei costi di gestione contenuti. Un rotore che ha caratteristiche uniche sul mercato con percentuali di rottura della granella estremamente contenute.

Una cingolatura che diminuisce la pressione specifica al suolo con larghezze di trasporto contenute. Una macchina che tiene sempre sotto controllo i costi di gestione.  La prova corredata dai grafici tecnici, di rendimento e dal confronto con gli altri trattori della stessa categoria, è disponibile sul numero di settembre della rivista Trattori, sfogliabile online.

John Deere s770i, la meccanica. L’obiettivo? Raccogliere molto prodotto e consumare poco

Una mietitrebbia che sembra nata per il mercato italiano e dove la gestione integrata e automatizzata della trasmissione ProDrive (che lavora su due gamme di velocità) con la testata di raccolta, il sistema di alimentazione ad alta capacità, il rotore, il cassone di pulizia e la raccolta della granella fanno la differenza. Il motore PowerTech a 6 cilindri da 9 litri eroga una potenza massima di 455 cavalli a 2.200 giri. Ma è a 1.800 giri al minuto, in pieno equilibrio fra coppia e potenza, che questa unità fa la differenza in termini di resa e consumi.

Impostando la velocità di avanzamento ottimale, basandosi sui dati di raccolta forniti in tempo reale, si sfruttano appieno le potenzialità operative nel segno della massima efficienza. Come sulla nuova gamma di trinciatrici, John Deere ha rivisto il layout in modo che il corpo macchina fosse il più stretto possibile per limitare le larghezze di trasporto nei limiti del CdS. Sia con cingolatura, come nel caso della macchina in prova, sia con gommatura, si viaggia su strada in modo dinamico. La trasmissione ProDrive gestisce in modo automatico il regime motore nei trasferimenti permettendo un risparmio del 20 per cento di carburante.

L’importanza del flusso

Il flusso di raccolta della S770i è l’elemento focale attorno a cui ruotano tutti gli altri. La barra di raccolta è la 730FD da 9 metri con sistema a tappeto e lama flex con escursione di 19 centimetri. Il cereale mantiene la parte superiore della pianta in avanti con un flusso al massimo della capacità della macchina. L’altezza di taglio di soli 38 millimetri e la flessione su tutta la larghezza della lama sono ideali per colture allettate o per soia, legumi o altre raccolte difficili.

Il pianale mediano oscillante ottimizza l’alimentazione adattandosi alle diverse condizioni operative. La sezione trasversale è molto ampia e porta al rotore che ha un angolo d’ingresso di 270 gradi per 3 flussi uguali di prodotto. Soluzioni che privilegiano l’ampio volume a disposizione del raccolto assorbendo poca energia e limitando quindi i consumi. Senza contare le minori sollecitazioni a cui è sottoposta la pianta in ingresso. L’acceleratore a 8 palette con parasassi permette di avere un’alimentazione costante e omogenea.

John Deere s770i, il ruolo dei rotori

Il rotore a flusso variabile ha una sezione tronco-conica nella parte anteriore e lavora in modo decentrato. Questo permette di avere un effetto ‘presa e rilascio’ in cui il raccolto viene proiettato verso la zona alta in cui il volume a disposizione è maggiore. Al centro di tutto c’è il raccolto I vantaggi sono notevoli: il prodotto è compresso sul fondo del rotore man mano che passa fra le griglie e poi viene rilasciato superiormente mentre avanza nel suo percorso.

La separazione della granella avviene quindi ‘prodotto su prodotto’ spingendola in modo naturale verso l’esterno del flusso. Le griglie la separano quindi in modo più efficiente con una percentuale fisiologica di rottura inferiore all’uno per cento aumentando resa ed efficienza. Le palette del rotore sono regolabili elettricamente direttamente dal posto guida.

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