Lo stop alle importazioni in Italia di legno e derivati per le nuove sanzioni europee alla Russia costeranno a Putin 143 milioni di euro. É un altro colpo durissimo quello inflitto a Mosca dall’Unione Europea con il nuovo pacchetto di sanzioni varato a Bruxelles (tra le quali figura anche il blocco delle importazioni di carbone russo). L’analisi della Coldiretti sugli effetti nell’agroalimentare delle misure decise dall’Unione Europea – con lo stop, oltre che al legno, anche alle importazioni di frutti di mare e alcolici – ha messo in luce un quadro che inizia a farsi seriamente complicato per la Russia che, dopo l’invasione dell’Ucraina e i durissimi combattimenti che per più di un mese hanno avuto luogo diffusamente sul territorio, sta ritirando e riorganizzando le truppe in vista della seconda fase dell’offensiva, molto probabilmente nel sud del Paese, tra la Crimea e il Donbass.

Legno, l’impatto sulla Russia è pesante. Ma la questione cerealicola desta non poche preoccupazioni

L’Italia – sottolinea la Coldiretti – non importa frutti di mare direttamente dalla Russia mentre nella Penisola sono arrivati alcolici da Mosca per un valore di 868mila euro lo scorso anno. Ma il conto economico delle tensioni determinate dalla guerra in Ucraina si estende anche al blocco delle esportazioni di cibo dalla Russia verso i Paesi considerati “ostili” annunciato dal presidente Vladimir Putin che complessivamente per l’Italia – sottolinea la Coldiretti – vale 258 milioni di euro. Si tratta per oltre la metà di importazioni di cereali per un totale di 136 milioni di euro e tra questi soprattutto il grano, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2021.

A preoccupare – continua la Coldiretti – sono però le limitazioni causate dalla guerra alle esportazioni di cereali dall’Ucraina dopo l’invasione russa che ha bloccato le spedizioni delle navi dal Mar Nero e reso più difficili le semine a causa del conflitto e delle mine nei terreni. Dall’Ucraina in Italia – conclude la Coldiretti – arriva infatti ben il 13% delle importazioni di mais destinato all’alimentazione degli animali per un totale di 785 milioni di chili e il 3% delle importazioni di grano tenero per la panificazione per un totale di 122 milioni di chili.

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