Mentre la nuova ondata di maltempo sul Nord e il Centro Italia ha spazzato via gli ultimi scampoli di estate che si erano protratti fino a ottobre inoltrato, Coldiretti ha colto l’occasione per fare un bilancio sull’andamento del maltempo nel corso del 2023, alla luce dei danni subiti dalle colture italiane, alle prese con gli effetti del cambiamento climatico. Che è più concreto che mai: infatti, in base ai dati presenti sull’Eswd (European Sever Weather Database), la Coldiretti ha stimato che nel corso del 2023 la media degli eventi estremi ha toccato il numero di dieci al giorno, facendo segnare il record degli ultimi dieci anni. Il tutto a fronte di alcuni periodi di prolungata siccità, come quello registrato tra gennaio e marzo.

E le conseguenze di questa instabilità climatica, tra nubifragi, trombe d’aria e alluvioni, non poteva che riversarsi con particolare intensità anche sull’agricoltura nostrana, per cui il 2023 ha rappresentato un nuovo anno nero. I danni al comparto primario hanno già superato quota 6 mld €, anche a causa delle ondate di calore africano che si sono intervallate al maltempo (e che, almeno al Sud, sono ancora previste per il prossimo fine settimana). Il 2023, tra l’altro, si è posizionato al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo i dati Isac Cnr nei primi nove mesi con l’anomalia climatica che è stata addirittura di +1,02 gradi al nord.

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Maltempo, i danni alle produzioni agricole

Dall’analisi della Coldiretti, è emerso che a causa dei cambiamenti climatici nel 2023 si è andati incontro a un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%). L’atteso, ma comunque improvviso, cambio di stagione mette ora a rischio anche le colture che per il caldo hanno prolungato la stagione dalle melanzane ai peperoni, dalle zucchine ai cetrioli, mentre sono ancora in corso le raccolte del pomodoro da salsa, del mais e del riso ed è appena iniziata quella delle olive con il centro nord che ha già perso 1/3 della produzione. Nei frutteti, conclude la Coldiretti, si teme per gli agrumi, dalle arance ai mandarini, per mele e pere che sono in piena fase di raccolta e per le produzioni di cachi e kiwi dove una grandinata può devastare il lavoro di un intero anno

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