Da Bruxelles arrivano importanti novità per il settore agricolo. Infatti, dopo un serrato dibattito che ha fatto slittare i negoziati in più di un’occasione, i deputati UE hanno finalmente approvato i punti salienti della nuova PAC (politica agricola comune). Prenderà il via alla fine del 2022 e che anche noi di Trattori affronteremo la prossima settimana in un serrato webinar, prima tappa dell’Innovation Agri Tour.

A questo punto, precisa la nota con cui l’UE ha comunicato l’avvenuta risoluzione, la squadra negoziale  è pronta ad avviare il dialogo con i ministri dell’UE. Dialogo su una politica che dovrà essere più flessibile, sostenibile e a prova di crisi, consentendo agli agricoltori  (circa 9 milioni in tutto il continente) di garantire la sicurezza alimentare in tutta l’Unione.

Il tutto, per un ammontare di risorse che si aggira intorno ai 390 miliardi di euro da elargire nei prossimi sette anni (2021-2027). Di seguito una prima disamina delle principali misure.

Nuova PAC, valutazione basata su risultati e conformità alle norme

L’intento delle misure contenute nella nuova PAC, prima di tutto, sarà quello di bilanciare la politica agricola dell’intera UE con i bisogni dei singoli paesi. Mantenendo comunque parità di condizioni in tutto il territorio dell’Unione. Gli obiettivi prefissati dovranno essere declinati, di volta di volta, dai singoli governi nazionali. A loro spetterà la redazione di piani strategici mirati. Piani che verranno poi valutati in sede comunitaria. Non soltanto dal punto di vista della fattibilità e dei risultati, ma anche in relazione alla conformità alle norme europee.

Un occhio di riguardo alla sostenibilità

In linea con gli obiettivi dei piani strategici previsti dall’Accordo di Parigi del 2015, i deputati hanno sottolineato che il Parlamento UE ha rafforzato la cosiddetta “condizionalità”. Questa, legata alle pratiche rispettose del clima e dell’ambiente obbligatorie, che gli agricoltori devono applicare obbligatoriamente per poter ottenere sostegno diretto.

Inoltre, stando a quanto si apprende dalla nota ufficiale, la risoluzione sulla nuova PAC intende ora destinare almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale a qualsiasi tipo di misura legata al clima o all’ambiente. Almeno il 30% del bilancio per i pagamenti diretti sarà destinato a regimi ecologici volontari che potrebbero aumentare il reddito degli agricoltori.

Nuova PAC, i servizi di consulenza avranno un ruolo fondamentale per gli investimenti

Nella nuova PAC i deputati si sono mossi affinché siano istituiti servizi di consulenza aziendale in tutti i Paesi UE. E perchè almeno il 30% dei finanziamenti dell’UE sia destinato:

  • al sostegno degli agricoltori per la lotta al cambiamento climatico
  • la gestione sostenibile delle risorse naturali
  • la tutela della biodiversità

Invitano poi gli Stati membri a incoraggiare gli agricoltori a destinare almeno il 10% dei propri terreni a interventi paesaggistici. Interventi a sostegno della biodiversità, quali siepi, alberi non produttivi e stagni.

Nuova PAC

Riduzione dei contributi alle aziende più grandi e sostegno alle piccole aziende e ai giovani agricoltori

I deputati hanno votato per ridurre progressivamente i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60.000 euro e poi fissarne il massimale a 100.000 €.

Sarà tuttavia possibile detrarre il 50% dei salari collegati alle attività agricole dall’importo totale prima di effettuare la riduzione. Almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire al sostegno delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni. I deputati aggiungono che in caso più del 10% fosse utilizzato, la riduzione diventerebbe volontaria.

I Paesi UE avrebbero la possibilità di destinare almeno il 2% delle dotazioni per i pagamenti diretti a sostegno dei giovani agricoltori. I finanziamenti per lo sviluppo rurale potrebbero fornire un sostegno complementare in grado di dare la priorità agli investimenti dei giovani agricoltori. Il Parlamento sottolinea che i finanziamenti dell’UE dovrebbero essere riservati a chi svolge almeno un livello minimo di attività agricola. Esclusi quindi tutti coloro che gestiscono aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti.

Sostegno agli agricoltori nella gestione di rischi e crisi

Nella nuova PAC il Parlamento ha richiesto ulteriori misure per aiutare gli agricoltori a gestire rischi e possibili crisi future. Auspica una maggiore trasparenza del mercato e una strategia di intervento per tutti i prodotti agricoli. Inoltre, l’esenzione dalle norme sulla concorrenza per quelle pratiche che adottano standard ambientali o sulla salute o sul benessere degli animali più elevati.

E proprio per fronteggiare le crisi del futuro, tematica quanto mai calda a causa della drammaticità che il mondo intero sta vivendo a causa del Covid-19, il Parlamento ha chiesto che la riserva della crisi venga trasformata in uno strumento permanente a vantaggio di tutti gli agricoltori in difficoltà.

Nuova PAC

Sanzioni più severe per fronteggiare comportamenti scorretti e iniqui

Sono in arrivo sanzioni più elevate nel caso di inosservanza dei requisiti dell’UE, ad esempio in materia di ambiente, benessere degli animali o qualità degli alimenti. L’importo della sanzione è pari ad almeno il 10% dell’importo totale dei pagamenti (un incremento rispetto all’attuale 5%).

I deputati chiedono infine l’istituzione di un meccanismo di denuncia ad hoc attraverso il quale gli agricoltori e i beneficiari che subiscono un trattamento iniquo o che si trovino in situazione di svantaggio per quanto riguarda l’accesso ai fondi dell’UE, possano presentare denuncia se il loro governo nazionale non gestisce il loro reclamo in modo soddisfacente.

Le critiche di Greenpeace

Ma non è ovviamente tutto oro quello che luccica. Alcune critiche nei confronti delle misure della nuova PAC sono arrivate dall’associazione ambientalista Greenpeace che ha puntato i riflettori sulle misure finalizzate all’aumento sostanzioso dei finanziamenti per le misure ambientali e sulla riduzione del sistema degli allevamenti intensivi.

Misure che, a detta di Greenpeace, non solo non sono state prese in considerazione ma sono state respinte dalla Commissione che, tra l’altro, “ha adottato un accordo preconfezionato tra i gruppi PPE, S&D e Renew, prevedendo di destinare alle pratiche agronomiche verdi solo il 20% della dotazione nazionale degli aiuti diretti della PAC. Una percentuale assolutamente insufficiente ad affrontare la crisi in corso”. Insomma il percorso per la limatura della prossima PAC tra UE e stati  appare ancora lungo e, soprattutto insidioso.

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