In linea con le mutate esigenze ambientali, dovute al cambiamento climatico che negli ultimi anni è salito ai primi posti dell’agenda legislativa comunitaria, il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di un nuovo regolamento sul Ripristino della natura con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astenuti. Nonostante le tensioni politiche che la proposta normativa aveva scatenato tra le varie anime dei gruppi parlamentari UE, il pacchetto sul Ripristino della natura è passato. Ma, come richiesto a gran voce da numerose sigle agricole UE (tra cui la Coldiretti), gli ecosistemi agricoli sono stati esclusivi a tutti i livelli nel provvedimento, evitando così lo spauracchio di nuove tagliole sul settore, sia una punto di vista di superficie coltivabile che di obblighi da rispettare.

Coldiretti, il commento sulla norma per il Ripristino della natura

Come ribadito dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini gli emendamenti approvati dal Parlamento UE prevedono anche l’eliminazione dell’obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva. Tra l’altro è stata avanzata anche la richiesta di utilizzare fondi esterni alla Politica agricola Comune (Pac) e insieme al riferimento al rispetto del principio di reciprocità per i prodotti importati. Senza i dovuti accorgimenti la proposta per il Ripristino della natura avrebbe potuto penalizzare il settore agricolo portando una pesante riduzione del potenziale produttivo, con un conseguente e significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi.

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Dopo aver sottolineato le tensioni scaturite tra gli eurodeputati per l’approvazione di questa misura, Coldiretti ha ribadito che “la tutela dell’ambiente e la perdita di biodiversità si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni”.

“Ripristinare gli ecosistemi in cattive condizioni è un obiettivo che può certamente accomunare tutti i portatori di interesse coinvolti e per il quale è necessaria un’azione coordinata, ma occorre ora – conclude Coldiretti – che la Commissione europea valuti a fondo gli “effetti collaterali” della sua proposta, che andrebbe pesantemente a minare la sovranità alimentare nazionale ed europea in un momento di grandi tensioni internazionali e rischia di alimentare inflazione e dipendenza dall’estero”.

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