Quando la Allis-Chalmers decise di lanciarsi nella produzione di una pressa raccoglitrice, i suoi dirigenti e i suoi tecnici concepirono un approccio originale: pensavano che una balla cilindrica più grande di quelle classiche a parallelepipedo fosse più pratica. La Allis-Chalmers scovò un brevetto depositato da un tal Ummo F. Luebben, agricoltore di Seward County nel Nebraska, di una macchina che raccoglieva il fieno messo in due andane, lo arrotolava in una grande balla cilindrica con delle cinghie di caucciù, lo legava e lo espelleva dietro alla macchina. Esattamente quello che sognava la  Allis-Chalmers, che ne acquistò i diritti nel 1940. 

Dopo alcune modifiche, il mezzo si rivelò assolutamente affidabile e nel 1947 iniziò la produzione in serie. Battezzata ‘Roto-Baler’, la pressa si presentava come una macchina a sviluppo verticale poggiante su di un assale con un grosso elevatore inclinato in avanti che provvedeva a  portare il fieno al meccanismo di pressatura. Da dietro erano visibili le sei grosse cinghie di caucciù tra le quali si ammucchiava il fieno. 

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Semplice ed economica

La Roto-Baler ebbe subito un certo successo: semplice ed economica, venne anche sorretta da un’efficace campagna promozionale nelle fiere e nei saloni agricoli. La macchina produceva delle balle tonde tra  36 e 56 cm di diametro; un regolatore di densità permetteva di regolare il peso delle balle tra 18 e 45 kg e la capacità di raccolto variava da 3,5 a 7 tonnellate l’ora.

Il vantaggio delle balle rotonde stava nel fatto che venivano pressate a una maggiore densità delle balle a parallelepipedo, occupavano quindi meno spazio e teoricamente si potevano stoccare all’esterno. In tre anni ne furono vendute 23.000 unità, non poche!

Successivamente le vendite cominciano però a diminuire e la Roto-Baler fu definitivamente tolta dal mercato nel 1960. Nella fabbrica di La Porte, nell’Indiana, ne furono costruiti ben 74.500 esemplari. Di fatto Allis-Chalmers anticipò tutti ma dal 1961 si mise a produrre presse per balle a parallelepipedo. probabilmente la motivazione è legata all’arrivo sul mercato di nuove soluzioni brevettate più performanti  da parte dei competitor.

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