500 milioni di euro: è la cifra aggiuntiva – da sommare a quanto già previsto dal Fondo per le pratiche innovative nell’ambito del PNRR – che secondo Confagricoltura andrebbe stanziata per far fronte al crescente problema della siccità. Che andrebbe affrontato incentivando gli investimenti delle imprese per l’acquisto di tecnologie idonee ad ottimizzare l’impiego delle risorse irrigue e contrastare le conseguenze del cambiamento climatico.

Al riguardo, destano preoccupazione i rilievi formulati dalla Corte dei Conti sulle iniziative programmate dall’Italia. In una delibera licenziata nei giorni scorsi sono state evidenziate “numerose e rilevanti criticità”. È stata riscontrata – si legge nel testo della Corte – “notevole incertezza nella concreta definizione degli obiettivi”.L’auspicio è che le questioni sollevate dalla Magistratura contabile siano risolte in tempi brevi, anche nell’ambito della revisione in corso del PNRR.

Siccità, la situazione in Italia…

La mancanza di adeguati investimenti nello sviluppo di nuove tecnologie per la gestione delle risorsa idrica e per la manutenzione (nonché il potenziamento) degli invasi e delle strutture attualmente esistenti è, per Confagricoltura, alla base dell’attuale ‘scarsità’ di acqua che si riscontra nelle campagne italiane. Come riportato dalla sigla agricola in Italia, secondo il rapporto diffuso dall’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, le perdite nella fase di distribuzione sono ammontate a 3,4 miliardi di metri cubi che corrispondono al 42,2% dell’acqua immessa in rete.

Una situazione complicata, peggiorata con l’arrivo del grande caldo del 2022, che ha costretto numerosi agricoltori ad effettuare scelte drastiche sulle operazioni da praticare, con il conseguente abbandono di storiche colture, come quella del riso (8mila ettari in meno nel 2022) o del mais. Nel frattempo, i prezzi al consumo delle carni bovine hanno intanto raggiunto il livello più alto da oltre dieci anni, a causa della riduzione dei capi allevati dovuta alla scarsità e all’alto prezzo raggiunto dai foraggi.

…e nel resto del mondo

La situazione non è migliore, ad esempio, in Francia. Annunciando nei giorni scorsi il Piano nazionale per l’acqua – che prevede una riduzione dei consumi del 10% entro il 2030 – il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha messo in evidenza che, a livello nazionale, “si perde un litro d’acqua ogni cinque immessi negli acquedotti”. E solo l’1% dell’acqua usata viene trattata e riutilizzata.

In realtà, al di fuori dell’Unione Europea, le difficoltà subentrate con la drammatica siccità di questo biennio, hanno investito praticamente tutto il globo: dalla Cina, dove le autorità hanno cercato di provocare artificialmente la pioggia con la diffusione di ioduro d’argento nell’atmosfera, agli Stati Uniti, dove la portata d’acqua dei bacini più importanti (come il Missisipi) è crollata rendendo complicato perfino l’export, fino ad arrivare all’Africa Subsahariana.

A margine della nota sugli stanziamenti, Confagricoltura ha annunciato di aver ottenuto una proroga al 15 giugno della scadenza per la presentazione delle domande relative agli aiuti della PAC, la massima flessibilità negli adempimenti in materia di condizionalità, ecoschemi, rotazioni obbligatorie e destinazione non produttiva dei terreni. Dai risultati della sfida alla siccità e, in generale, delle iniziative per contrastare l’impatto dei cambiamenti climatici dipenderà, in larga misura e in tempi brevi, la garanzia degli approvvigionamenti. Esiste infatti un legame diretto tra disponibilità di acqua e produttività del settore agricolo. E, allo stesso tempo, la competitività del sistema agricolo all’interno e sui mercati internazionali.

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