Con l’elettrificazione dei trattori che inizia ad impazzare tra gli agricoltori purtroppo, di pari passo, si sono evolute anche le truffe. Che ora, non riguardano più soltanto i “vecchi” cari mezzi a gasolio, ma anche le più recenti macchine agricole bev. Ne è la prova un caso di cronaca avvenuto in provincia di Perugia nel 2020 ma, a livello giudiziario, trascinatosi fino a oggi, quasi tre anni più tardi. I fatti risalgono all’agosto del 2020. Un agricoltore della provincia di Perugia, ingolosito da un annuncio allettante su un trattore elettrico reperito su un portale web, si è messo in contatto con il venditore. Il mezzo agricolo, generalmente più costoso delle controparti con motorizzazioni endotermiche, era in vendita ad una cifra molto bassa, troppo per un trattore di quel tipo (cifra che, in teoria, avrebbe dovuto far scattare il campanellino d’allarme). Si trattava, in sostanza, di uno specializzato di 94 cavalli con pochissime ore di utilizzo sulle spalle, ovvero meno di 5000 in base a quanto indicato nell’annuncio.

Un iter lungo quasi tre anni per il trattore elettrico

Dopo aver contattato telefonicamente il venditore, l’agricoltore per finalizzare la vendita era riuscito a pattuire una somma di poco inferiore ai 9.000 € (8.983,38 € per la precisione). Le trattative, iniziate nelle prime settimane di agosto 2020, si erano concluse con l’accordo di versamento della cifra pattuita in quattro rate, tutte su carta ricaricabile: due versamenti il 14 agosto, rispettivamente di 997,99 € e di 3.003,39 €, uno da 2.500 il 17 agosto e, infine, uno da 2.500 il 19 agosto. Ultimate le transazioni, il venditore ha richiamato l’agricoltore, confermandogli l’avvenuta ricezione del denaro e l’avvio della spedizione del mezzo tramite un autotrasportatore di sua fiducia, del quale ha poi fornito solo un numero di telefono. Sconosciuti il nome dell’autista e l’azienda di trasporti per cui avrebbe lavorato.

Poco dopo dopo la (bruttissima) sorpresa: il 21 agosto, ovvero il giorno previsto per la consegna del trattore elettrico, non si è presentato nessuno presso l’azienda dell’agricoltura in provincia di Perugia. Il numero di telefono del venditore era stato disattivato mentre dell’autotrasportatore non c’era alcuna traccia (probabilmente non era mai esistito). L’uomo, accortosi quindi di essere rimasto vittima di una truffa, è subito corso a denunciare il misfatto alle forze dell’ordine. Che, attivatesi celermente, hanno rintracciato in poco tempo il truffatore, risalendo alla sua identità grazie alla carta ricaricabile utilizzata: si trattava di un 42enne di origini calabresi, già noto alle forze dell’ordine.

Come accennato in apertura, gli strascichi del processo per truffa presso il Tribunale penale di Perugia sono arrivati fino ad oggi, a quasi tre anni dai fatti. L’udienza che doveva tenersi in data 23 febbraio 2023, tuttavia, non si è svolta poiché l’imputato (il 42enne calabrese) è risultato essere già detenuto per altri fatti: era perciò impossibilitato al trasferimento presso il tribunale del capoluogo umbro.

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