Tanto tuonò che piovve: alla fine, dopo settimane infuocate di mobilitazioni in tutta Europa, le protesta dei trattori è arrivata anche nel cuore del Belgio, sotto alla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles in Place de Luxembourg, durante la giornata del Consiglio europeo straordinario svoltosi tra i leader dei vari paesi. La mobilitazione generale, dopo il proclama del vicepresidente della Federazione dei giovani agricoltori belgi (Fja), è iniziata sul finire del 31 gennaio. Centinaia di trattori da tutto il Belgio hanno iniziato a confluire verso la capitale in quella che, ad ora, si è rivelata essere la più grande manifestazione di questo tipo dall’inizio dell’anno.

In base a quanto riportato dal sindaco di Bruxelles, la realtà dei fatti ha ampiamente superato le stime: a fronte degli 800 trattori previsti, nella giornata del 1° febbraio sono stati più di 1300 i trattori che hanno sfilato per le vie della città, paralizzando il traffico e creando disagi a tutto il tessuto urbano. L’obiettivo degli agricoltori era quello di giungere fino al distretto dove si trovano i palazzi dell’Unione Europea, per far sentire a gran voce il malcontento che ha investito tutto il comparto dai primi giorni del 2024. In tanti sono giunti anche dalla nazioni confinanti col Belgio.

I trattori arrivano durante lo svolgimento del Consiglio europeo straordinario

Il Consiglio europeo straordinario – svoltosi tra i leader per l’approvazione di un importante pacchetto di aiuti all’Ucraina (su cui, fino a ieri, gravava il veto dell’Ungheria) e l’aggiustamento del Quadro finanziario pluriennale – ha rappresentato un’occasione ghiotta per gli agricoltori. Infatti, con tutti i fari puntati su Bruxelles per una partita delicatissima che ha visto, tanto per fare un esempio, lo stanziamento di ulteriori 10 miliardi in più sul tema della migrazione per l’Italia, gli agricoltori hanno scelto di sfilare per le vie del centro per portare all’attenzione dei politici e dei media le richieste avanzate in fatto di sussidi e politiche agricole, ampiamente ridotte a causa delle scelte di sostenibilità operate dalle istituzioni, sia europee che nazionali.

Potrebbe interessarti

A fronte della protesta pacifica, purtroppo, si sono registrati tafferugli e momenti di tensione con le forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa durante tutta la giornata. Tanti manifestanti hanno lanciato bottiglie, petardi, hanno acceso falò e fumogeni in Place du Luxembourg, proprio davanti al Parlamento Europeo, spingendo la polizia a reagire con gli idranti per disperdere gli assembramenti. Alla fine della giornata ci sono stati quattro fermi amministrativi: ingenti i danni subiti da alcune attività locali e dalla rete stradale. Alcuni manifestanti hanno persino abbattuto un monumento storico del 1872 dedicato a John Cockerill, pioniere dell’industria siderurgica e della ferrovia in Belgio.

Secondo quanto riportato da Copa-Cogeca, l’associazione che riunisce le cooperative agricole Ue, per mitigare i toni della protesta, nel pomeriggio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, insieme al premier belga Alexander De Croo e al premier olandese Mark Rutte, hanno incontrato rappresentanti delle sigle agricole belghe ed europee

Il commento della politica italiana

“La violenza non è mai giustificata, per nessuna ragione. Le manifestazioni democratiche e pacifiche della grandissima parte degli agricoltori vanno rispettate. Quando c’è violenza invece è un problema”, questo il commento del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Più vicina alle ragioni dei manifestanti la Lega, che in una nota ha ribadito che “di fronte a queste proteste, Bruxelles dovrebbe iniziare a fare autocritica. Quanto sta accadendo è il risultato di anni di scelte politiche sbagliate da parte dell’Ue, che con la sua agenda vuole sacrificare l’agricoltura e interi settori produttivi fondamentali sull’altare dell’ideologia green”.

In primo piano

Articoli correlati