La storia della divisione trattoristica di Volvo risale ai primissimi anni ’40, quando nelle linee produttive del costruttore automobilistico svedese fece il suo ingresso anche un piccolo trattore agricolo, che riscosse un successo enorme – prima nel mercato svedese e poi in quello europeo – tanto da oscurare per un attimo la produzione di auto presso la sede principale di Goteborg. Ma la svolta decisiva per la divisione agromeccanica avvenne nel 1950, con l’acquisizione della Bolinder-Munktell (BM), azienda specializzata nella produzione di trattori e sistemi propulsivi, nata nel 1932 dalla fusione di due storiche realtà svedesi, che già da anni collaborava con Volvo. Ma facciamo un passo indietro.

Bolinder e Munktell, infatti, prima della fusione degli ’30, avevano già collaborato nella costruzione di alcuni mezzi agricoli (vantavano una lunga storia nel segmento della meccanica, con solide radici nell’Ottocento), a partire dagli anni ’10. Mentre la Munktell progettava il design e le componenti cinematiche, alla Bolinder spettava la produzione dei sistemi propulsivi, da cui scaturirono pagine importanti della meccanizzazione agricola di quegli anni. Il primo trattore nato dalla fusione della Bolinder e della Munktell fu il modello 25 con un motore testacalda a 2 cilindri, lanciato sul mercato nel 1934.

Dopo le difficoltà conseguite allo scoppio della seconda guerra mondiale e alle lenta ripresa del dopoguerra, si giunse quindi all’acquisizione del 1950 da parte di Volvo, interessate ad espandere il suo business in un segmento in forte espansione: la richiesta di trattori per le lavorazioni in campo aperto e per la selvicoltura stava infatti aumentando vertiginosamente. La presentazione nel 1952 della nuova linea di motori diesel da 1,2, 3 e 4 cilindri fu propedeutica al lancio dei primi modelli sviluppati con Volvo ovvero i trattori della Serie 35 e 36, diretta evoluzione dei 25 progettati vent’anni prima.

Insieme lanciarono il primo motore diesel a quattro tempi per questi trattori, dotati di un propulsore a 3 cilindri. I modelli su cui furono montati erano i 35 e i 35, diretta evoluzione dei 25. Gamme via via aggiornate durante tutti gli anni ’50: tra i nuovi propulsori aggiunti c’erano anche quelli a 2 e 4 cilindri. Modelli di successo a cui seguirono, negli anni successivi, alcuni trattori entrati nella leggenda, come il BM Volvo 650, con una cabina rivoluzionaria per l’epoca, che poi sarebbe stata presa come spunto da generazioni di progettisti di trattori. All’inizio degli anni ’70 il nome della divisione cambiò in Volvo BM AB, con il logo sulle livree su cui era scritto la dicitura più semplice “Volvo BM”.

Tuttavia, nonostante il successo registrato a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, le vendite iniziarono a calare e nel 1979 venne presa la decisione di cancellare la produzione di trattori da lì a pochi anni. Tra gli ultimi storici modelli prodotti si annoverano il Volvo Bm 700 e il modello 2105, sviluppato insieme alla Valment nei primi anni ’80, quando la divisione stava per cessare definitivamente le sue attività.

In primo piano

Articoli correlati