Cresce il ricorso alle assicurazioni da parte degli agricoltori, per un paniere complessivo che nel 2022 ha toccato quota 9,6 miliardi di euro, in crescita del 5,2% su base annua. Una conseguenza strutturale, frutto delle politiche UE che hanno incentivato il fenomeno, ma anche congiunturale, alla luce degli eventi estremi – lunghi periodi di siccità a cui seguono nubifragi e tempeste – che con sempre maggiore frequenza intaccano i campi di tutta Italia. Un aumento delle polizze assicurate a cui, tra l’altro, si è affiancato anche un aumento generalizzato dei costi delle stesse, pari al +6,5%. Questo è quello che emerge dal “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura” elaborato da Ismea e commentato da Cia-Agricoltori Italiani.

Agricoltura e assicurazioni, la panoramica ISMEA per il 2022

Numerosi i dati di interesse emersi nel rapporto. Dei 9,6 mld € totali di assicurazioni stipulate, ben 7,1 miliardi sono relativi al solo comparto delle colture vegetali (+5,9%), quelle più a rischio in caso di eventi climatici avversi. Le polizze sulle produzioni zootecniche sono le uniche a registrare un andamento in controtendenza (-6,5% i valori rispetto al 2021), mentre le assicurazioni a protezione delle strutture aziendali hanno segnato un incremento del 14,6%.

Con un aumento nettamente più sostenuto rispetto alla dinamica dei valori per l’ulteriore rialzo dei costi assicurativi, i premi contro i rischi climatici hanno raggiunto un livello di 735 milioni di euro, di cui 697 milioni per le sole coltivazioni (+12,2% sul 2021). La tariffa media nel comparto vegetale, che concentra quasi tre quarti del totale dei valori assicurati, ha ormai sfiorato la soglia del 10%, confermando, con un +6,5% nel 2022, un trend in ascesa in atto da sei anni.

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La tipologia e la distribuzione geografica delle assicurazioni

Per numero di aziende assicurate, sempre in relazione al comparto delle coltivazioni, emerge un rialzo dell’1,7% rispetto al 2021, con quasi 65.700 imprese. Se a queste si aggiungono gli allevamenti e le imprese con polizze contro i danni alle strutture, si superano le 76.600 unità, una platea anche questa più estesa rispetto all’anno precedente (+1% circa). Nel segmento delle colture vegetali, i dati del 2022 attribuiscono alla macro-ripartizione geografica del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari al 78,5%, contro il 9,2% del Centro ed il 12,3% del Sud (isole comprese). Il Mezzogiorno, nelle ultime sei campagne assicurative, ha recuperato oltre 5 punti percentuali di quota, nonostante il mercato risulti ancora fortemente sbilanciato territorialmente, anche per fattori economici, climatici e strutturali.

L’analisi dei dati disaggregati per prodotti evidenzia ancora una forte concentrazione dei valori assicurati, con il primato dell’uva da vino, che nel 2022 ha raggiunto 2,3 miliardi di euro (+10%), seguita da mele (oltre 682 milioni di valori assicurati; -2,6% sul 2021), mais da granella (548 milioni di euro; +25,5%), riso, e pomodoro da industria. Di un certo rilievo anche le dimensioni del mercato assicurativo dei frumenti (tenero e duro), del kiwi e delle pere, oltre a soia, tabacco, pesche e nettarine e prodotti vivaistici.

In relazione alle avversità catastrofali, rappresentante da gelo e brina, siccità e alluvione, il sistema sembra confermare un graduale disimpegno da parte delle compagnie, con forme di limitazione e condizioni sempre più stringenti nelle coperture assicurative contro gli eventi estremi, di intensità e frequenza sensibilmente aumentate in questi ultimi anni.

Il rapporto completo sulla gestione del rischio in agricoltura, pubblicato da Ismea, è disponibile a questo indirizzo.

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