In occasione della conferenza stampa di presentazione di Agrilevante 2023, svoltasi nella cornice dell’istituto Ciheam, il presidente FederUnacoma Alessandro Malavolti ha puntato i riflettori anche sulle possibilità di sviluppo dell’agromeccanica e dell’economia agricola all’interno dell’area del Mediterraneo, alla luce di alcune criticità di fondo che caratterizzano le nazioni e le zone geografiche che si affacciano su queste acque.

Come messo in evidenza da Malavolti, i paesi mediterranei hanno un patrimonio comune sotto il profilo delle risorse e storico-culturale, e si caratterizzano per una sostanziale omogeneità climatica e per una vocazione alle produzioni agricole di qualità, specie nel settore ortofrutticolo. Tuttavia, nell’area sono presenti diverse criticità che richiedono politiche di intervento specifiche, a partire dagli squilibri demografici.

Mediterraneo, quali sono le possibilità in agricoltura per i paesi che vi si affacciano?

Negli ultimi cinquant’anni – è stato osservato – la popolazione complessiva della regione è quasi raddoppiata, superando ampiamente i 500 milioni di abitanti nel 2020. Il trend incrementale non ha avuto una distribuzione omogenea, ma si è concentrato prevalentemente sulla sponda meridionale – prevalentemente tra Nordafrica e Medio Oriente – dove ha causato, e continua a provocare, forti tensioni economiche, sociali e politiche, tutt’ora al centro del dibattito pubblico europeo.

«Lo sviluppo disarmonico fra centri urbani ed aree rurali – ha spiegato Malavolti – ha determinato una marginalizzazione delle economie agricole, fondamentali per la vita delle comunità locali, ed ha accentuato quei fenomeni di antropizzazione, che hanno causato una perdita di terreni agricoli». Tali problematiche, presenti in particolare in Nordafrica e Medio Oriente, dove la popolazione rurale è più numerosa, si sono combinate con quelle prodotte dai mutamenti climatici, con una riduzione delle precipitazioni e una crisi delle risorse idriche.

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«La meccanizzazione agricola ha dunque un’importanza strategica, e i dati statistici sul mercato delle macchine agricole – ha aggiunto il presidente di FederUnacoma – indicano come i Paesi dell’area esprimano una crescente domanda di tecnologie specifiche». Nell’area del Nordafrica, dei Balcani come del Medio Oriente, dove non è presente un’industria agromeccanica avanzata, il fabbisogno di mezzi per l’agricoltura tende ad essere soddisfatto attraverso le importazioni dall’estero.

Negli scambi con i Paesi mediterranei, nonostante la concorrenza agguerrita delle case indiane e cinesi, le industrie italiane si confermano partner strategici. Mentre le aziende asiatiche hanno sfruttato soprattutto la leva del prezzo – ha concluso il presidente di FederUnacoma – i costruttori italiani hanno conquistato posizioni di rilievo sui questi mercati grazie alla capacità di progettare tecnologie adatte alle esigenze specifiche del Mediterraneo, e di condividere iniziative di divulgazione e trasferimento tecnologico.

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