Dall’Emilia-Romagna colpita dall’alluvione dello scorso maggio arriva un nuovo appello delle sigle che riuniscono i contoterzisti locali. Dopo aver ribadito l’assoluta necessità della nomina di un commissario in tempi brevi, Uncai e Apimai Ravenna hanno lanciato l’allarme sulla ripartenza della aree colpite, dove mancano ancora indicazioni operative utile per il settore, mai citato nei provvedimenti emanati fino a ora.

In sostanza, le decisioni istituzionali emanate fino ad ora, hanno fermato “la mano di chi lavora o vorrebbe riprendere a lavorare nelle campagne alluvionate”. Lo ha ribadito Roberto Scozzoli, direttore di Apimai Ravenna e di Uncai, durante l’audizione dei contoterzisti in Commissione ambiente alla Camera del 19 giugno. Le sigle hanno sottolineato che nella sola provincia di Ravenna i contoterzisti hanno subito danni per oltre 10 milioni di euro tra infrastrutture, macchine e attrezzature agricole “sommerse” e dimezzamento dei lavori agricoli (come la raccolta) a seguito di spese già anticipate.

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Si va dagli oltre 1800 €/ha per le anticipazioni colturali del grano ai 9000 €/ha per quelle di colture orticole come patate e cipolla”, ha commentato Roberto Scozzoli. “Occorre estirpare le piante morte, arare profondamente, rimuovere il limo depositato, bonificare il terreno, ripristinare le quote di campagna cancellate dall’alluvione, rifare strade e capezzagne. Solo dopo tutte queste operazioni agromeccaniche, che non si possono fare con i piccoli trattori degli agricoltori, ma con le macchine specializzate dei contoterzisti, si potrà procedere a nuovi impianti arborei, magari con specie e varietà più appetibili dal mercato”.

Emilia-Romagna, dopo l’alluvione mancano ancora direttive per i contoterzisti

Tra i problemi spiccano la carenza di direttive concrete per la ripartenza e l’assenza di stime veritiere dei danni, ha spiegato il direttore Scozzoli in audizione. “La precedenza è stata data alla ricerca dei fondi e di dati riguardanti i danni. Per quanto riguarda questi ultimi mi permetto di dire che vengono espresse cifre a vanvera, non supportate da una veridicità estimativa con rilievi svolti da professionisti in loco”.

Il riferimento, nello specifico, è alla stima di 50 mln € di danni totali all’agricoltura ravennate comparsa su alcune testate nazionali, ritenuta troppo bassa e lontana dalla realtà, enormemente più grave. “Su un campione di circa 30 aziende agricole con orientamento sementiero, orticolo e arboreo – ha detto Scozzoli – ho stimato danni per oltre 40 milioni di euro solo di mancata produzione dell’annata in corso e per il ripristino fondiario e la sostituzione degli impianti arborei”.

L’appello

Tanti agricoltori, in questo momento, si stanno già operando per ripristinare i campi e impostare le colture di secondo raccolto e autunnali, ma permane il dubbio: non era forse “meglio attendere che qualche tecnico incaricato andasse presso i centri aziendali a verificare l’effettivo danno”, come indicato nella nota delle sigle.

Da tale incertezza sui danni effettivi la richiesta di Apimai Ravenna e Uncai per le aree alluvionate: “Auspico che vengano introdotte tutte le risorse economiche per permettere il prosieguo delle attività agricole ed agromeccaniche non solo con lo slittamento degli oneri fiscali e/o con le sospensioni dei mutui e leasing, ma con una azione importante ed interventi economici a fondo perduto”.

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