A pochi giorni dai nubifragi che si sono abbattuti sul nord-est, una nuova ondata di eventi climatici estremi ha travolto il nord-ovest e l’Emilia-Romagna. Nubifragi, venti fino a 100 km/h, trombe d’aria e altre avversità hanno flagellato i campi da Novara fino a Ravenna. Decine di migliaia gli alberi caduti che, talvolta, hanno perfino bloccato la viabilità dei centri abitati. Inoltre, tra venerdì 21 e sabato 22 luglio in meno di un giorno di sono susseguite a macchia di leopardo in tutto il Settentrione più di 46 violente grandinate, con chicchi grandi come palle da tennis, con esiti drammatici sui raccolti e su tutto il settore primario. In base all’analisi effettuata dalla Coldiretti su dati Eswd (European sever weather database) e sulle ricognizione sul campo degli associati, a essere colpite sono state soprattutto le produzioni di grano, ortaggi, barbabietole, frutta e vigneti.

Numerose le serre distrutte, le strutture agricole con tetti rovinati e gli appezzamenti di selvicoltura distrutti dalla violenza della natura. Il tutto mentre il caldo torrido, al sud, sta “bruciando” la frutta e verdura nei campi lungo tutto lo Stivale con ustioni che provocano la perdita del raccolto che in alcune aziende arrivano al 90%. Se nel 2022 le colture di mezza Italia soffrivano la carenza d’acqua, nel 2023 si è presentato il problema opposto, con eventi estremi che, quando non sono distruttivi, non permettono comunque il giusto assorbimento idrico da parte delle colture, poste sotto stress da quantitativi esorbitanti di precipitazioni. In base a quanto riportato dalla sigla assicurativa Asnacodi, lo scorso anno era stata raggiunta la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro solo nelle aziende assicurate. Cifra che potrebbe lievitare ulteriormente nel 2023.

Maltempo, la conta dei danni (provvisoria) della Coldiretti

Tra le province più colpite quelle di Parma (Sala Baganza, Felino, Corcagnano, Carignano, Vigatto), Reggio Emilia (Salvaterra, Pratissolo), Modena (Mirandola, Rivara, San Felice sul Panaro, Massa Finalese, Finale Emilia, Cavezzo), Bologna (San Giovanni in Persiceto, Baricella), Ferrara (Cento, Bondeno, Montestirolo, Vigarano Mainarda, Voghiera, Argenta) e Ravenna dalla costa (da Casalborsetti a Marina di Ravenna) alle aree interne (Lavezzola, Conselice, Voltana, Alfonsine, Fusignano, Bagnacavallo) distruggendo le coltivazioni risparmiate dall’ alluvione in Romagna.

In Lombardia, nella provincia di Milano – continua la Coldiretti – i chicchi di ghiaccio, uniti a vortici di forte vento hanno distrutto le coltivazioni in campo, dal mais pronto per essere raccolto, alla soia. Secondo le prime stime dei tecnici Coldiretti le tempeste di ghiaccio hanno flagellato centinaia di ettari oltre a danneggiare i mezzi agricoli e scoperchiare i tetti delle cascine, delle stalle e dei capannoni. Stalle allagate e mais piegato in provincia di Bergamo dove sotto i colpi della grandine sono finiti anche i prati e i pascoli di montagna.

Danni si registrano inoltre in provincia di Cremona con mais divelto da terra dalla furia del vento, campi di girasoli e prati spianati e mezzi agricoli rovinati dalla violenza dei chicchi di ghiaccio. Nubifragi e grandine anche nel bresciano che hanno amplificato gli effetti delle frustate che il maltempo ha scaricato sul territorio con tetti scoperchiati, strutture danneggiate, raccolti fortemente compromessi dalle colture in campo, alle piante di olivo e vite.

Quella a cui stiamo assistendo in questi giorni è la tendenza alla tropicalizzazione che, come riportato dalla Coldiretti, si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 supereranno complessivamente 6 miliardi dello scorso anno.

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