Semplificazione della Pac, stop all’etichettatura Nutriscore, difesa ad oltranza della Dieta mediterranea per la salute dei cittadini, principio di reciprocità nelle importazioni, cibi sintetici. Tanti i temi all’ordine del giorno durante l’incontro che ha avuto luogo a Palazzo Rospigliosi (a Roma) tra la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen – nel pieno della campagna per le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno -, il Ministro degli esteri Antonio Tajani e i vertici della Coldiretti.

“Un incontro importante quello con la Presidente von der Leyen per ribadire la necessità del comparto agricolo in termini di strategia per il futuro dell’Europa”, ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Sulla Pac è importante diminuire la burocrazia e garantire la prospettiva futura, quella di avere risorse certe legate al reddito economico dei nostri imprenditori, senza che invece ci siano nuove norme che vanno a gravare sull’attività di carattere agricolo utilizzando le risorse della politica agricola comune. Se serviranno nuove iniziative anche legate alla transizione ecologica bisognerà trovare nuove risorse a favore del comparto agricolo perché le possa attuare. Le imposizioni hanno sempre portato a una diminuzione della capacità produttiva, è esattamente quello che noi non vogliamo”.

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L’incontro a Roma con la Coldiretti, tra l’altro, si è svolto proprio in concomitanza con il via libera dato dal Consiglio Europeo alla revisione di alcuni punti della PAC, al centro delle proteste dei trattori che hanno infiammato l’Europa nei primi mesi del 2024. Tra i punti affrontati, però, spiccavano anche le questioni inerenti il principio di reciprocità e l’abolizione del codice doganale sull’origine dei cibi. Un principio che secondo Prandini deve imporsi per apportare “regole specchio che valgano per tutti, anche negli accordi di libero scambio”. Il cambiamento del codice doganale sull’origine dei cibi, invece per eterogenesi dei fini, permette oggi di spacciare per cibo italiano quello che italiano non è.

“Il made in Italy a tavola va tutelato anche rispetto al rischio di diffusione del Nutriscore, che dopo questo incontro sono fiducioso sul fatto che non passerà. Un sistema di etichettatura ingannevole che penalizza i prodotti italiani imposto da grandi multinazionali che cercano di condizionare le scelte dei cittadini. Multinazionali che tentano così di omologare anche la dieta mediterranea, un furto d’identità che non permetteremo mai”. Spazio anche alla guerra in Ucraina, dove Prandini ha dichiarato che “noi non siamo fra coloro che dicono che gli agricoltori ucraini non vadano aiutati. Ma la soluzione è quella di acquistare i loro prodotti agroalimentari, destinandoli al Sud del mondo ed evitando che entrino nel mercato europeo perché questo va a creare un’instabilità nei prezzi che poi riguarda gli stessi agricoltori europei”.

Nel corso dell’incontro si è anche parlato del rapporto tra agricoltore e ambiente. “Noi riteniamo che gli agricoltori siano i custodi del territorio nel quale noi viviamo”, ha sottolineato Prandini. “E per l’Italia hanno un valore aggiunto proprio perché ci permettono di preservare la biodiversità, la distintività e la qualità dei nostri prodotti agroalimentari che il mondo ci invidia. Le politiche alla Timmermans in Europa non le vogliamo più vedere, perché sono figlie di demagogia e sostanzialmente hanno avuto solo un effetto, quello di criminalizzare l’attività agricola agli occhi dei cittadini, agli occhi dei consumatori, quando chi preserva il territorio e l’ambiente nel quale noi viviamo sono gli agricoltori stessi”.

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