Che la crisi dei beni energetici fosse grave, con ricadute evidenti già a dicembre sul comparto produttivo ed economico italiano, era riscontrabile dai gridi di aiuto che numerose imprese medio-piccole avevano lanciato e, soprattutto, dalle misure introdotte nell’ultima Legge di Bilancio per neutralizzare i rincari più gravi, anche sui cittadini. Ma che fosse così preoccupante non era ancora stato messo nero su bianco in maniera chiara come ha fatto Coldiretti, che ha ribadito quanto i bilanci delle imprese agricole siano strozzate da aumenti dei costi di produzione legati al boom dei prezzi dell’energia non compensati da prezzi di vendita adeguati. Un rincaro su tutta la linea, che non colpisce solo le attività agricole in senso stretto, ma anche tutte quelle attività legate alla trasformazione, alla distribuzione e ai trasporti dei prodotti del settore primario.

Energia, il gasolio aumenta fino al 50%. E il gas lo segue

Per le operazioni colturali gli agricoltori – spiega la Coldiretti – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%.

Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.

Il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Secondo l’associazione serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle.

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