Una piccola impresa di famiglia, agli albori caratterizzata da numeri modesti e una diffusione commerciale piuttosto limitata: nulla lasciava presagire, quando fu fondata nel 1936 in Baviera, che il grande successo che, in poco più di un decennio, la Eicher riscontrò, affermandosi come una delle realtà agromeccaniche più interessanti della Germania.

Fondata grazie alle sinergie dei fratelli Eicher, entrambi promettenti ingegneri, l’azienda nei primi cinque anni di vita produsse solo 1000 macchine agricole, tutte caratterizzate da dimensioni piuttosto contenute e tecnologie di bordo semplici, non rivoluzionarie per l’epoca. Si trattava di piccoli trattori alimentati da motori Deutz che, proprio dal produttore motoristico (in cui, ai tempi, confluiva anche la divisione trattoristica), prendevano anche le livree. Macchine che, per certi versi, non erano troppo dissimili nemmeno dai primissimi mezzi prodotti dalla Fendt.

Lo sviluppo della prima gamma 100% made by Eicher (quindi senza influenze di altri brand con cui erano state strette collaborazioni commerciali), risale agli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. I top di gamma erano alimentati con motori diesel raffreddati ad aria, in versioni a 2, 3 e 4 cilindri (a partire dal 1948). Tra i trattori di punta sviluppati verso la fine degli anni ’40 spiccava il modello EKL11, alimentato da un motore 1,5 litri, e un altro modello dotato di un 2 cilindri da 2,6 litri sviluppato internamente dalla stessa Eicher.

Tra successi commerciali e qualche fase calante, a livello societario la Eicher arrivò ancora solida agli inizi degli anni ’70, tanto da attirare l’attenzione di un colosso come Massey Ferguson che ne acquisì una quota di minoranza. A partire da questo momento, la Eicher iniziò ad utilizzare motori raffreddati ad acqua sviluppati da Perkins, in forze proprio presso il gruppo di Massey Ferguson, arrivando in pochi anni a specializzarsi nella produzione di trattori a trazione integrale.

Tra alti e bassi, a metà degli anni ’80 venne prodotto il trattore numero 120.000, un traguardo ragguardevole per un produttore nato come piccola azienda familiare. Da questo momento in poi, tuttavia, gli interessi dell’azienda iniziarono a indirizzarsi verso l’Estremo Oriente, un mercato che iniziava a espandersi in modo considerevole. Tanto che la Eicher, pochi anni dopo, decise di trasferire buona parte della produzione e delle proprie operazioni proprio in India. Qui, nel 2005, il produttore tedesco venne acquisito dall’indiana TAFE che, in questo modo, divenne il secondo più grande produttore di trattori del subcontinente. Finì così, dopo settant’anni, la gloriosa storia del marchio.

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