Sono più di 250mila gli animali che ancora devono essere salvati e recuperati nelle zone colpite dalla violentissima alluvione della scorsa settimana in Emilia-Romagna. A lanciare l’allarme sulla drammatica situazione in cui versa il settore zootecnico regionale è stata la Coldiretti, che giorno dopo giorno monitora quanto sta accadendo nella zona, dove sono state colpite più di 5000 aziende agricole. Per la sigla agricola occorre garantire protezione, acqua e cibo a bovini, maiali, pecore e capre in una zona dove si contano circa 400 allevamenti avicoli, tra polli, galline da uova e tacchini e quasi 45mila alveari di api, molti dei quali sono dispersi.

Emilia-Romagna, resta allerta rossa

E mentre la Protezione Civile ha diramato un bollettino di allerta rossa anche per oggi, 22 maggio 2022, nelle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena si evidenziano ancora diverse situazioni di criticità con migliaia di animali morti e affogati, campi allagati e diversi centri abitati di campagna in cui la circolazione non è stata ancora ripristinata a causa del fango e dei detriti portati dalla piene, dopo l’esondazione di oltre 21 fiumi in tutta l’Emilia-Romagna. Se in pianura la situazione è drammatica a causa degli allagamenti, nelle colline la difficoltà è determinata dalle frane che impediscono di raggiugere gli allevamenti e di garantire assistenza agli animali.

L’allerta rossa rimane ancora, nonostante il cielo soleggiato: questo perché in molte aree i fiumi in piena e l’instabilità strutturale dei terreni (dopo le numerose frane) destano ancora molta preoccupazione. Come a Ravenna, dove da due giorni si sta lottando per evitare che la città venga sommersa a discapito, purtroppo, dei campi della provincia, allagati volutamente per alleggerire il carico degli argini dei fiumi locali.

Le sigle di settore a sostegno degli allevamenti in difficoltà

Molti allevatori nonostante gli inviti non hanno voluto abbandonare i propri animali mettendo a rischio la propria vita ma è anche scattata la solidarietà tra colleghi nel portare assistenza nelle situazioni più difficili. In questo contesto particolarmente importante è la disponibilità delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della protezione civile che sono intervenuti per superare numerose criticità.

A sostegno degli allevamenti sono intervenuti l’Associazione Regionale Allevatori (ARA) e Consorzi Agrari d’Italia (CAI) con la consegna di gasolio e mangimi alle aziende ce ne erano rimaste prive. In pericolo, secondo la Coldiretti, resta l’importante azione di recupero delle razze storiche da parte degli allevatori, dal maiale di mora romagnola ai bovini da carne di razza romagnola, che nel passato avevano rischiato l’estinzione.

Nelle aree colpite secondo la Coldiretti sono a rischio nell’intera filiera almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione. “Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare in vista del Consiglio dei Ministri che “gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”

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