Caldo senza precedenti, siccità e rincari su tutta la linea. Ma, al contempo, nonostante la pezzatura leggermente più piccola, un ottima qualità di prodotto. Sono dati contrastanti quelli emersi dall’analisi di Confagricoltura sul mercato della frutta nell’estate del 2022, una delle più complicate di cui il settore agricolo nostrano abbia memoria. Un mercato che, comunque, è ancora lento e sconta le storture del cambiamento climatico e della crisi ucraina. “Irrigazione, gasolio agricolo, energia per le celle frigorifere, carburante, fertilizzanti, materiale per il confezionamento e l’imballaggio”, sottolinea spiega Michele Ponso, presidente della Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura. “Tutto è aumentato. Siamo in preda di un mix esplosivo. Al crollo del potere di acquisto dei consumatori si è aggiunta l’impennata dei costi di produzione”.

“L’aumento dell’energia elettrica ha raddoppiato i prezzi per le celle frigorifere portando le bollette a 100 mila euro al mese. Mandare un camion in Germania prima costava 2.500 euro di gasolio, ora 4.000, senza dimenticare le elevate spese che sosteniamo per l’irrigazione. Intendiamoci – precisa – se i prezzi di vendita fossero riferiti all’anno scorso, il 2022 sarebbe giudicata un’ottima annata, ma gli aumenti esponenziali delle spese hanno ridotto i margini di oltre il 30%”.

Mercato della frutta, le difficoltà attuali e le prospettive per l’autunno

A causa dell’anomala e prolungata ondata siccitosa, sottolinea Confagricoltura, la parola d’ordine per i frutticoltori è stata diradare di più, per avere frutti più grandi e più resistenti. Infatti le piante cariche di pesche, albicocche, pere e mele soffrono di più la carenza d’acqua e, con le alte temperature, rischiano di andare in stress idrico, con conseguente cascola dei frutti.

“Buoni i risultati per pesche e nettarine, anche se con l’avvicinarsi delle ferie preoccupa il rallentamento nei consumi. Discreta l’annata anche per i piccoli frutti, nonostante le perdite dovute alle temperature eccessive del mese di giugno. Si prospetta – conclude Michele Ponso – un’ottima produzione in termini qualitativi e quantitativi per mele e pere, ma l’incognita resta l’autunno e il panorama globale tra confitto ed inflazione”. “Aria calda, mercato fermo”.

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“Dopo l’ottima partenza delle angurie sui mercati Nord europei, assistiamo ad un rallentamento”, ha esordito Massimiliano del Core, presidente della Organizzazione Interprofessionale dell’ortofrutta italiana, in merito alla situazione del settore. “Bene le pesche e le albicocche, malgrado queste ultime siano un frutto delicato, che sconta la finestra stagionale stretta. La frutta presenta un ottimo grado zuccherino”.

“Per l’uva da tavola – continua Del Core – l’incertezza sui mercati rende fredda la campagna, nonostante la qualità e le buone caratteristiche organolettiche. Resta sostenuta la domanda di prodotto di Club (uva e angurie) senza semi. Siamo ottimisti per l’uva da tavola, il periodo clue sarà dopo Ferragosto e si protrarrà fino a settembre-ottobre”. La frutta italiana è un’importante voce dell’export agroalimentare. Diventa la prima insieme agli ortaggi, rappresentando più di un quarto dell’intera produzione agricola nazionale.

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