Sono positivi i commenti delle principali associazioni di categoria a lato del primo incontro della ‘Commissione sperimentale nazionale grano duro’, riunitasi al Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste), alla presenza del sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra. Oltre alle rappresentanze degli agricoltori, l’incontro ha visto anche la partecipazione delle sigle legate all’industria di trasformazione (prodotti farinacei ecc), interessata direttamente dalle problematiche che hanno travolto l’intero comparto del grano.

La Commissione, richiesta a gran voce da diverso tempo da tutte le anime del settore, tenterà infatti di porre un freno all’andamento del prezzo del grano, sulle montagne russe da quasi due anni, anche a causa dell’instabilità che si è venuta a creare sull’intero mercato globale dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la relativa crisi delle navi cargo bloccate nel Mar Nero, con l’accordo con la Russia ancora in stallo dopo la rottura della scorsa estate. L’intento della Commissione, che sarà pienamente operativa già a partire da metà ottobre, è proprio quello di giungere a una determinazione del prezzo del grano duro a livello nazionale, per evitare speculazioni.

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Commissione grano, il commento della Coldiretti

“L’impegno per far ripartire finalmente la Commissione Unica Nazionale sul grano duro (Cun) – si legge in una nota della Coldiretti – è una svolta importante in una situazione in cui i prezzi sono crollati del 60% su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro di decine di migliaia di aziende agricole e della coltivazione lungo la Penisola”. In un momento in cui l’intero comparto sta vivendo “una emergenza senza precedenti”.

“In un momento di mercato particolarmente difficile per le quotazioni insostenibili alla produzione agricola e per le tensioni internazionali provocate dalla guerra in Ucraina con il rischio concreto di triangolazioni da Russia e Turchia che sconvolgono i mercati, far ripartire la Cun significa – conclude la Coldiretti – fornire alla filiera uno strumento particolarmente importante che va incontro alle esigenze dei produttori per la formulazione di un prezzo equo e trasparente”.

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