Si può dire che quella della Huber è una storia che ricalca appieno gli stilemi tipici del capitalismo a stelle e strisce, terra di opportunità ma anche di facili (e repentine) cadute. Sorta a Marion, nel lontano Ohio nel 1865, proprio quando la guerra di secessione si era da poco conclusa, inizialmente come piccola realtà produttrice di componentistica e motori per mezzi agricoli a vapore e battitrici, in pochi anni divenne uno dei più grandi produttori in questo segmento, tanto da potersi permettere l’acquisizione della Van Duzen Gasoline Engine Company, con cui progettò la bozza di un primo trattore, uno chassis a ruote. Con motore a vapore della stessa Huber.

Un New Huber, restaurato in occasione di una manifestazione dal vivo

Il progetto, tuttavia, non ebbe successo: bisognerà aspettare fino al 1911 per il lancio del primo trattore agricolo. Montava un sistema propulsivo 2 cilindri da 5,1 litri alimentato a gas. A questo primo modello ancora embrionale seguì nel 1912 il più raffinato 13-22, sempre con motore a 2 cilindri e trasmissione a due rapporti. Due anni dopo vide la luce l’imponente 30-60, un trattore con motore 4 cilindri con ruote alte fino a 2,4 metri. Venne prodotto fino al 1916, anno in cui gli subentrò l’ancora più performante 35-70.

Un rarissimo Huber 18/36

Sempre nel 1914, spinta dal successo che iniziavano ad avere i primi modelli, la Huber lanciò sul mercato un modello leggermente più compatto ma comunque molto potente: il Light Four, con motore 4 cilindri Waukesha. Un modello che nelle campagne statunitensi ottenne un ottimo riscontro e a cui, nel 1922, seguì il Master Four, sempre con motore 4 cilindri ma sviluppato da Hinkley. Nel 1928, invece, sull’onda lunga di un successo che sembrava inarrestabile (ma che ben presto si sarebbe schiantato contro il muro della crisi del ’29), venne presentato uno dei modelli più iconici, l’Huber 20-36, sempre con motore Waukesha ma con testata sviluppata da Ricardo.

La presentazione del Modern Farmer, invece, risale al 1933. Una gamma molto amata dai clienti che, nel corso degli anni, venne ulteriormente arricchita con nuove varianti, come la L o la SC. A queste seguirono poi il modello B, con cofano aerodinamico, accensione elettrica con fari e motore 4 cilindri Buda, e l‘OB, un modello per frutteti con ruote posteriori coperte. Con l’entrata in guerra degli Stati Uniti in seguito all’attacco di Pearl Harbor del 1941 e la riconversione di numerosi impianti produttivi sul suolo nazionale, la Huber si ritrovò in gravi difficoltà, tanto da essere costretta chiudere i battenti nel 1942.

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