L’India degli ingegneri e delle nuove tecnologie ha un suo contraltare nell’India rurale, un importante Paese che produce 314 milioni di tonnellate di cereali e 334 milioni di tonnellate di frutta e verdura (per dare un’idea produce circa 93,5 milioni di tonnellate di grano, l’Italia 8). Grandi potenzialità e un mercato importante per le imprese italiane che, anche in altri settori, sono sempre alla ricerca di nuove opportunità soprattutto in questo periodo in cui per motivi geopolitici, leggesi guerra in Ucraina, importanti Paesi sono chiusi.

In occasione della 7a edizione di EIMA Agrimach, Shobha Karandlaje, Ministro di Stato dell’Unione per l’Agricoltura e il Benessere degli Agricoltori a Bangalore ha evidenziato come per migliorare la produttività e il valore aggiunto della loro produzione, gli agricoltori indiani necessitino di macchinari e tecnologie affidabili e a basso costo. Una sfida e un’opportunità per le imprese italiane che quest’anno si sono presentate a Bangalore per questa ripartenza destinata a sbocciare definitivamente nel dicembre 2023. A proposito dell’appuntamento indiano e dei prossimi sviluppi abbiamo posto qualche domanda al Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti.

Potrebbe interessarti

Come è andata EIMA Agrimach India e quali sono le prospettive della Fiera e del mercato indiano?

La rassegna indiana è andata molto bene, perché abbiamo avuto oltre 10 mila visitatori, un risultato importante anche considerando che questa era la prima edizione a Bangalore, nello Stato del Karnataka, dopo le sei edizioni svoltesi a New Delhi, e che i primi di settembre sono un momento dell’anno ancora interessato dai monsoni quindi non ottimale per la logistica e i trasporti. Dal 2023 torneremo con la collocazione tradizionale di dicembre e avremo il bagaglio di esperienza già maturato nel la nuova struttura espositiva di Bangalore. Dopo questa ‘preview’ di settembre, la rassegna tornerà dunque a pieni giri e credo avrà risultati eccellenti.

Il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti

Abbiamo visto un boom di vendite di trattrici in India, ma dal punto di vista qualitativo qual è lo stato dell’arte del mercato e quali sono i settori più interessanti?

L’india si è imposta in questi anni come il primo mercato al mondo in termini di unità vendute. Nel 2021 ha raggiunto la quota impressionante di un milione di unità, dopo alcuni anni nei quali si attestava su volumi prossimi alle 800 mila, vale a dire il doppio del mercato cinese e quasi tre volte quello statunitense. Il successo delle trattrici è legato anche al fatto che queste rappresentano, negli enormi territori del Subcontinente, un mezzo polivalente, utile per trasporti di ogni genere quindi largamente impiegato. Per quanto riguarda la domanda di macchinario agricolo, occorre considerare che l’agricoltura indiana è strutturata con aziende piccole, aventi superfici medie inferiori a un ettaro. Questo comporta una richiesta di tecnologie non sofisticate, ma comunque efficienti e in prospettiva sempre più raffinate e performanti.

Quali sono le innovazioni tecnologie per cui il mercato indiano ha riscontrato più interesse? E quali sono state le novità più rilevanti presentate ad Agrimach o i prodotti più originali?

Il mercato delle trattrici procede a gran ritmo, e tuttavia il processo di meccanizzazione dell’agricoltura indiana richiede una gamma di tecnologie molto più ampia: attrezzature per la lavorazione del terreno, macchine per la raccolta e la semina, sistemi per la concimazione e mezzi per il trasporto dei prodotti. Un’importanza crescente stanno avendo le tecnologie per gli allevamenti, ma c’è interesse anche per i sistemi di conversione energetica delle biomasse agricole, in grado di soddisfare i fabbisogni delle aziende e delle comunità rurali. La fiera di Agrimach ha come missione proprio quella di presentare l’ampia rosa di tecnologie e le novità di prodotto pensate per il mercato indiano. New Holland, ad esempio, ha scelto Agrimach 2022 per lanciare un suo nuovo modello di trattore pensato per il mercato locale.

La rassegna di EIMA Agrimach svoltasi dall’1 al 3 settembre presso il Campus dell’Università di Scienze Agrarie di Bangalore costituisce il principale evento fieristico nel Subcontinente Indiano nel campo della meccanizzazione agricola

Sappiamo che il mercato indiano è molto forte dal punto di vista del software, ritiene che ci siano occasioni di jointventure tecnologiche di qualche tipo tra imprese italiane e indiane? O quale ulteriore tipo di collaborazione/sviluppo vede?

L’elettronica applicata ai macchinari agricoli è un fenomeno che sta esplodendo a livello mondiale, se pensiamo che entro il 2026 il valore dei sistemi digitali per l’agricoltura risulterà quasi triplicato attestandosi ad oltre 34 miliardi di dollari. Il processo di digitalizzazione dell’agricoltura è più marcato nei Paesi tecnologicamente avanzati, ma è destinato a interessare anche l’India dove attualmente queste tecnologie non costituiscono ancora una priorità per il sistema agricolo. Non di meno questo Paese ha una sua tradizione nell’elettronica, e punta, con l’impiego per esempio di centraline specializzate, a ottimizzare quelle operazioni di irrigazione e concimazione che nell’agricoltura moderna richiedono una gestione sempre più razionale e scientifica. Anche in questo ambito è possibile che si sviluppino sinergie tra le industrie italiane e quelle indiane.

Dal punto di vista dei robot si è visto qualcosa di particolare?

La robotica ha un valore strategico in tutti quei Paesi nei quali l’agricoltura è altamente “industrializzata”, e nei quali c’è la necessità di sopperire con tecnologie ad alta automazione alla mancanza di manodopera. Per un Paese come l’India, che ha una forte connotazione agricola, e che dispone di manodopera sovrabbondante, la robotica non rappresenta una prospettiva matura e non costituisce, al momento attuale, un mercato sul quale i costruttori indiani come quelli esteri presenti nel Paese abbiano interesse a investire.

Quali sono i riscontri che avete ricevuto dalle 15 aziende italiane che hanno partecipato ad Agrimach? Ritiene che la compagine presente possa aumentare nei prossimi anni e quali settori sono stati sottorappresentati o varrebbe la pena coinvolgere?

Riscontri positivi. Le aziende italiane che hanno partecipato – in forma diretta o mediante le proprie strutture di distribuzione e importazione e le proprie filiali produttive e commerciali – hanno avuto numerosi contatti con gli operatori locali, e hanno confermato la percezione dell’India come un mercato in crescita non soltanto per le trattrici, come detto, ma per tutte le tipologie di macchine. Riscontri positivi sono venuti in merito alla nuova collocazione della rassegna, giacché Bangalore rappresenta il cuore delle quelle vaste regioni meridionali dove si sono sviluppate le colture specializzate, vedi in particolare quelle ortofrutticole. Laddove l’agricoltura punta su prodotti a più alto valore aggiunto, gli imprenditori sono portati ad effettuare investimenti tecnologici per essere più competitivi.

Arrivando ad Eima, vi siete portati a casa qualche spunto che possa ulteriormente valorizzare la kermesse bolognese? Cosa ci dobbiamo aspettare?

Il risultato più utile ai fini dell’Eima è il rafforzamento della cooperazione tecnica e commerciale con l’India. Ad oggi abbiamo già confermati 25 costruttori indiani che esporranno alla grande kermesse di Bologna, mentre aspettiamo numerosi operatori economici provenienti dal Paese. Non va trascurato il fatto che EIMA 2022 si svolge in un momento di grande sviluppo delle relazioni d’affari tra India e Italia. Lo scorso anno l’interscambio globale tra i due Paesi è salito a 10 miliardi, segnando un record storico, e nel primo semestre di quest’anno si registra una crescita ulteriore del 25%. Per quanto riguarda in particolare le macchine agricole, nel 2021 il valore delle esportazioni italiane in India è cresciuto del 33%, e di un ulteriore 29% è cresciuto nei primi cinque mesi di quest’anno. La presenza indiana all’EIMA è il tassello importante di un evento che ha una dimensione internazionale sempre più ampia, una rassegna vivace e di alto contenuto tecnico che rappresenta per tutti gli operatori, come dice il claim di quest’anno, un’esperienza globale.

In primo piano

Articoli correlati