Prima di chiamarsi Leyland, la storica azienda scozzese produttrice di trattori aveva avuto altre due ‘vite’: la prima con il nome di Nuffield, creata dal leggendario William Morris, l’uomo dietro alla famosissime e omonime auto, la seconda con BMC, British Motor Corporation, il colosso automotive nato dalla fusione di due delle più importanti aziende di settore del Regno Unito (che acquisì la Nuffield). Tutto questo, almeno, fino al 1968, anno in cui i trattori Nuffield entrarono nell’orbita della British Leyland. Da quell’anno complicato e rivoluzionario (per altri, storici, motivi) tutti i mezzi agricoli che uscivano dalla fabbrica scozzese di Bathgate iniziarono a portare sulla livrea il nuovo nome.

Leyland, una storia oltremanica

I primi trattori del nuovo corso furono presentati nel 1969: si trattava dei modelli 154, 344 e 384. Il cambiamento rispetto al passato appariva subito evidente a partire dalle livree, non più arancioni come ai tempi della Nuffield, ma blu elettrico e bianche. La Nuffield, in un primo momento, continuò ad apparire sotto al logo principale del nuovo brand. Pratica che in pochi anni cessò definitivamente, per lasciare spazio al solo logo Leyland, una sorte di elica al cui centro campeggiava imperiosa la lettera ‘L’.

I modelli lanciati con il marchio Leyland, nonostante le novità cromatiche e di design, a livello meccanico portavano in eredità numerose caratteristiche dei trattori Nuffield, a partire proprio dal sistema propulsivo, un diesel da 3,8 litri 4 cilindri (da qui il nome del 384) per il modello più grande e potente, e un motore 1,5 litri 4 cilindri (idem per il 154) per il modello base delle nuove gamme. Dal 1973 al 1979 il bestseller del produttore britannico fu il modello 2100, equipaggiato con un motore diesel 6 cilindri con 10 marce in avanti e due per la retro. Gli subentrò il pimpante modello 462.

Nei primi anni ’70 la Leyland registrò numerosi successi commerciali, complice anche un’offerta stratificata (in cui rientravano pure i modelli di fascia media 253, con motore Perkins, e il successivo 245), che spaziava tra specializzati e utility. Ma le cose iniziarono ad incrinarsi verso la fine del decennio e la produzione cessò nel 1979. Due anni dopo la chiusura definitiva, con la liquidazione alla Marshall and Sons. 13 anni vissuti al limite, in pieno stile scozzese.

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