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In occasione della conferenza stampa di apertura di Eima International, snocciolando i dati di mercato dei primi 10 mesi dell’anno, prevedeva per fine 2014 un numero di immatricolazioni non superiore a 18.700 trattori con un calo del 43% rispetto al 2004. È confermato questo tragico dato?

Purtroppo sì, e anzi i dati di fine anno indicano un consuntivo ancora peggiore del previsto, con un mercato che si ferma a 18.178 unità. In autunno le vendite avevano registrato un miglioramento che faceva sperare in un lento recupero anche nei mesi di novembre e dicembre, ma – dati alla mano – il mercato non migliora e continua a segnare record negativi. Le indagini che abbiamo realizzato insieme con Nomisma per comprendere meglio questa dinamica recessiva confermano la profonda incertezza del comparto agricolo e la propensione degli agricoltori ad acquistare macchine usate o a ricondizionare quelle già in uso, piuttosto che ad investire su mezzi di nuova generazione.

A soffrire maggiormente quest’anno è stato il mercato delle mietitrebbie. Quali sono i dati ufficiali di questo comparto?

I dati indicano un calo del 26,6%, che si aggiunge ai risultati negativi degli ultimi otto anni e che è dunque lo specchio drammatico della crisi del settore primario. Tuttavia, bisogna osservare che le mietitrebbiatrici sono una tipologia di macchina molto impegnativa, tale da giustificare l’investimento solo laddove le dimensioni aziendali consentono economie di scala. Sappiamo che uno dei limiti strutturali dell’agricoltura italiana è proprio la netta prevalenza di aziende di piccole dimensioni che non riescono ad ammortizzare gli investimenti più onerosi. Per contro, sono le aziende di contoterzisti a guadagnare un ruolo di primo piano, essendo quelle che possono dotarsi di macchine innovative, e che già da alcuni anni portano il mercato verso una riduzione in termini quantitativi, ma una crescita in termini di qualità delle tecnologie acquistate.

Quali sono secondo lei le ragioni di questa prolungata crisi? Il settore primario è in grave sofferenza o non esiste una vera corrispondenza con l’andamento del mercato delle macchine agricole?

C’è la concomitanza di più fattori, dall’incertezza sugli effetti delle politiche agricole alla difficoltà di accesso al credito, fino ad aspetti culturali come la sottovalutazione dell’importanza di immettere nel sistema produttivo agricolo tecnologie di nuova generazione, ed aspetti politici come la mancanza di strumenti di incentivazione. Siamo, ad esempio, delusi per le continue proroghe del provvedimento per la revisione delle macchine agricole, perché abbiamo nel nostro Paese un parco molto vecchio e una quantità inimmaginabile di mezzi obsoleti e pericolosi, che però non si riesce a sottoporre a revisione e che quindi restano in dotazione con l’effetto anche di bloccare il mercato dei mezzi nuovi.

Come interpreta il grande successo di Eima International 2014 in questo momento tutt’altro che scoppiettante?

Ci sono almeno due considerazioni da fare. In primo luogo, l’EIMA è una grande rassegna internazionale, che si rivolge dunque agli operatori di tutto il mondo, in un momento storico, peraltro, in cui la domanda di tecnologie per l’agricoltura è in espansione soprattutto nei Paesi emergenti. Sotto questo profilo la rassegna è svincolata dall’andamento del mercato italiano ed anzi è, anche per le nostre aziende costruttrici, una piattaforma verso l’export, preziosa proprio in considerazione della crisi del mercato interno. In secondo luogo, l’evento fieristico viene vissuto dal pubblico, a prescindere dagli aspetti commerciali, come una grande kermesse, un momento di incontro e di aggiornamento a cui è comunque e utile partecipare, e questo spiega la grande presenza di agricoltori e operatori italiani anche in un momento critico come quello che stiamo attraversando.

Il ministro alle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha dichiarato che è necessario pensare a nuovi strumenti per incentivare il rinnovo dei macchinari. Quali sono i suoi suggerimenti?

Con il Ministro Martina abbiamo avviato un ragionamento serio e sistematico sulle possibili politiche per sostenere la meccanizzazione. Abbiamo sperimentato che i sistemi di incentivazione come il decreto rottamazione hanno effetti discutibili, perché spingono il mercato sul momento, ma sono spesso seguiti da una crisi profonda delle vendite, appena cessato l’effetto dell’incentivo. Migliore impatto avrebbe un sistema che noi definiamo “strutturale”, che prevedesse sostegni per l’acquisto di mezzi meccanici direttamente inseriti nelle linee di finanziamento per i comparti agricolo, ambientale, della tutela del territorio e della prevenzione idrogeologica. C’è poi lo strumento del PSR, che dobbiamo riuscire a sfruttare meglio e a valorizzare per le voci che riguardano specificamente la meccanizzazione.

Come vede il mercato delle macchine agricole in Italia nel prossimo futuro? Ci sono elementi che fanno ben sperare?

Penso che l’innovazione tecnologica è un elemento imprescindibile di ogni sistema economico che voglia competere sul mercato. Al di là delle difficoltà del momento, e della indubbia lentezza che il nostro Paese sconta e che lo rende in certi casi poco reattivo, credo che l’agricoltura dovrà tornare ad investire nelle tecnologie meccaniche, e mi auguro che per favorire questo processo si mettano a punto strumenti di finanziamento nuovi, nuove formule di acquisto, anche differenti strategie di marketing da parte delle industrie costruttrici. C’è poi una variabile legata alle tipologie di mezzi meccanici che verranno offerti sul mercato, e che dovranno interpretare le nuove opportunità di business in agricoltura, vedi la multifunzionalità, la manutenzione e la protezione del territorio, le filiere agro-industriali e bioenergetiche.

Export. Quali sono i dati del 2014? Quali sono le iniziative di FederUnacoma e i servizi per i costruttori associati?

I dati Istat sulle esportazioni al momento disponibili sono quelli aggiornati al settembre 2014, ed indicano un calo delle trattrici del 3,7%, compensato però della crescita di circa il 4% registrata per le altre tipologie di macchine agricole e per le attrezzature. Queste corrispondono ad un valore di circa 2,33 miliardi di euro contro i quasi 2 miliardi delle trattrici. Va detto che il calo delle esportazioni di trattrici non è causato da una perdita di competitività delle nostre imprese, ma da un elemento congiunturale, legato alla crisi di alcuni  mercati, fra cui quello  francese che ha visto ridursi drasticamente nel 2014 le immatricolazioni e che rappresenta il principale sbocco per le trattrici prodotte in Italia. Sul fronte della promozione abbiamo molte missioni e partecipazioni collettive sui mercati di tutto il mondo, e abbiamo gli eventi fieristici organizzati da noi, vedi in particolare quello a New Delhi in India, che si terrà ai primi di dicembre.

“FederUnacoma verso Expo 2015” è un progetto che in occasione dell’esposizione mondiale a Milano vuole sottolineare l’importanza del ruolo svolto dalla meccanizzazione agricola nella filiera alimentare. In cosa consiste concretamente questa iniziativa?

Ad Expo 2015 saremo presenti con più iniziative. Fra queste segnalo la presenza all’interno dell’area Federalimentare, nell’ambito di un ampio progetto di promozione dell’intera filiera agro-alimentare italiana, e la partecipazione alla mostra “Il cibo dei desideri”, realizzata a cura del Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci. Al di là delle forme in cui la nostra federazione sarà presente all’appuntamento di Milano, è importante che la meccanizzazione agricola sia presente all’interno della storica kermesse dedicata all’alimentazione, perché occorre segnalare, al pubblico come al mondo politico, che la meccanizzazione è parte integrante delle filiere, e che è un formidabile fattore di sviluppo.

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